Non è semplice esprimere una propria emozione con lo strumento, ma se Gary Moore può fare album con la chitarra o Hevia con la cornamusa, anche Federico Mecozzi può farlo con il violino e lo fa molto bene in “Inwards”, disco composto da nove canzoni e lungo un pò più di 37 minuti. Forse non è un musicista conosciuto dalle masse, ma da 13 anni suona insieme a Einaudi. “Inwards”, che arriva a tre anni di distanza dal precedente “Awakening” (2019), vede prevalentemente il violino al centro della scena e intreccia sonorità che transitano tra musica classica contemporanea, folk, elettronica, world music. E’ già da tempo che il violino è stato sdoganato anche in ambito rock, diventando un elemento di eleganza e sostegno alla chitarra elettrica per cui Mecozzi si diverte a farlo “cantare” in vari ambiti, mettendoci atmosfera, ma manca quel tocco di originalità. Rimane comunque un bel lavoro.
La tracklist
- Inwards
- Breeze
- Winter wail
- Escape
- Motionless
- The end of the day
- Skywards
- Point of view
- Backwards