Il 30 Settembre un concerto di musica classica persiana (con tre musicisti che vengono dall’Iran e per la precisione dal Kurdistan) inaugura la mostra La Rosa e l’Usignolo, in programma alla splendida villa abitata da Enrico Caruso. Sono circa 60 gli scatti che ci accoglieranno nella sala al pian terreno, la stessa che ha ospitato tanti eventi dedicati al grande tenore, il primo a vendere un milione di copie di un disco: anche di questo si è parlato in un convegno a cui ho partecipato l’anno scorso, nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della sua morte. Ora si comincia a pensare al 150esimo anniversario della nascita e sicuramente Lastra a Signa non perderà questa occasione per fare la sua parte e valorizzare questa villa museo unica nel mondo! Il concerto del 30 Settembre (ad entrata gratuita) viene realizzato con la preziosa collaborazione del C.I.C.E. Centro Italo Iraniano di Cooperazione Culturale ed Economica.
Il reportage fotografico è perciò da considerarsi come la cornice dentro la quale si svolge un concerto che è un momento di pura arte, perché ci proietta magicamente in un cultura apparentemente lontana da noi. Eppure siamo popoli che storicamente abbiamo gravitato sul Mediterraneo e la nostra Magna Grecia e la loro Persia hanno molti elementi comuni.
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La storia della musica persiana si sviluppa sin dall’era preistorica: Re Jamshid veniva accreditato come l’inventore della musica. Documenti di diversi periodi stabiliscono che gli antichi iraniani possedessero già un’elaborata cultura musicale. La musica tradizionale persiana comincia a svilupparsi dopo la conquista islamica della Persia nell’era medievale e la creazione formale della musica tradizionale persiana è direttamente collegata con i sistemi musicali in uso sotto la dinastia safavide. Successivamente (sotto la Dinastia Qajar) il sistema musicale classico fu ristrutturato nella sua attuale forma attraverso l’opera di Agha Hossein-Ghoul e Mara Abdullah.
La villa museo di Enrico Caruso ospita foto e musiche persiane
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