Il nuovo album dei marchigiani Ibridoma, intitolato Norimberga 2.0, sembra contornato fin dalle prime note da un’aurea di rumorosa risolutezza, forse per l’entrata di un nuovo chitarrista Lorenzo Castignani che affianca il veterano Marco Vitali. Si tratta di dieci tracce, dalle tinte contenutistiche distopiche, prodotte ad alti standard qualitativi, che escono per la Punishment 18 Records. Se vogliamo individuare subito una caratteristica comune alle dieci tracce la troviamo nel riuscito bilanciamento tra il metal moderno contemporaneo e la rivitalizzazione della ruvidezza storica del genere.
“Ti ho visto andare via”, si fa emblema di un metal distopico di denuncia sociale; all’interno troviamo un movimento classico a là metallica del periodo pre black album, testo in italiano molto ben incastonato sulle ritmiche senza apparenti forzature. In “Woman from the stars” la voce di Christian Bartolacci si lascia andare maggiormente verso lidi melodici, qui ci troviamo in territori più maideniani.
“Norimberga 2.0” è una ottima misticanza stilistica tra i due brani che lo precedono e questa peculiarità è davvero stimolante, per l’ascoltatore in questo nuovo album. “House of cards” fa apprezzare la lucentezza della produzione del disco, la quantità di riff prodotto è impressionante, a volte più vicina a certo trash classico a volte più incline verso atmosfere ritmiche post numetal, con interessanti melodie nel ritornello. “Coming home” è l’esempio dello stile Ibridoma, specie nel cantato mi ha ricordato un po’ uno dei primi album, Lady of Darkness; anche qui bella l’incursione della lingua italiana. Le altre canzoni che seguono ricalcano questa vivacità compositiva, che ho già evidenziato; dulcis in fundo evidenzio l’ultimo brano, davvero una ballad che emoziona e muove l’animo sia per l’interpretazione di Bartolacci che per le armonie di voce, gli arrangiamenti ed i suoi delle chitarre. Gli Ibridoma hanno fatto un grande passo avanti verso la maturazione artistica.