Nel recensire il suo libro Un nastro rosa a Abbey Road, mi sono chiesto pubblicamente quali progetti sta completando, quali invece sono ancora nel famoso cassetto segreto e che pareri / sensazioni / emozioni abbiano ottenuto non solo i libri che ha scritto, ma anche tutta la sua attività artistico/letteraria: il sannita Donato Zoppo finalmente si è seduto sulla sedia di fronte a noi ed abbiamo acceso quella lampada che punta agli occhi per interrogarlo… ops! intervistarlo…
Donato buongiorno: come descriveresti (a chi non ti conosce) il libro per Pacini Editore scritto da poco? Un nastro rosa a Abbey Road è la nuova edizione (ampiamente riveduta e corretta, e soprattutto integrata da contributi nuovi di zecca) di due miei precedenti libri, dedicati rispettivamente alle storiche canzoni Something e Con il nastro rosa. Ho avvertito l’esigenza di rimettere mano alla materia, cogliendo un nesso tra i due brani: la fine dei due decenni, gli anni ’60 e ’70, la fine di due esperienze storiche, quella dei Beatles e il sodalizio Mogol-Battisti, il tutto incarnato in due straordinarie canzoni. Era necessario anche alla luce della clamorosa uscita del docufilm Get Back di Peter Jackson, ma anche alla luce di tanti miei cambiamenti personali e professionali, che si riflettono sempre nella scrittura. Il risultato è un libro rinnovato, anzi nuovo, al quale tengo tanto.
I due binari su cui corre sono quelli temprati da altre tue pubblicazioni dedicate a Lucio Battisti ed ai Beatles .. Certo, era inevitabile tornare a due antichi amori, in particolare quello per Lucio Battisti, che è l’artista al quale ho dedicato il massimo delle mie attenzioni. Dopo tre libri più questo quarto, ho ancora la sensazione di aver scritto poco su di lui. Evidentemente dovrò tornare una quinta volta ad affrontarlo… I Beatles invece li fronteggio con timore, li amo e li ascolto da sempre, ma scrivere su di loro è assai impegnativo, anche per la mole di pubblicazioni in materia. Hanno, inevitabilmente, una letteratura sconfinata. Eppure affrontando le cose con un punto di vista proprio, rodato, può rivelare cose belle.
Logico chiederti se sei soddisfatto delle recensioni che sino ad ora ha avuto: tutti hanno compreso lo spirito di Un Nastro Rosa ad Abbey Road? Sì sono molto soddisfatto. Pacini, editore storico, ha fatto un ottimo lavoro, io posso contare su una platea di lettrici e lettori sempre fedeli, attente/i e solidali. Credo che l’accoglienza sia stata ottima, il filo diretto con chi mi legge, cosa alla quale tengo molto, non si è mai spezzato.
Mi sembra che la tua agenzia Synpress 44 sia molto richiesta, così come la tua attività in radio e gli show live.. Cerco di tenere distinte le cose anche se spesso si sovrappongono. L’attività in radio, da conduttore di Rock City Nights su Radio Città Benevento, è ormai quasi ventennale. A ottobre riparto, con la consueta formula delle novità rock italiane e straniere insieme agli approfondimenti con interviste ad autrici e autori di testi musicali. È una cosa che mi dà tanta soddisfazione, non solo per il grande responso del pubblico, ma per il tipo di connessioni soprattutto con l’estero che riusciamo a creare.
Dal vivo cerco di portare gli storytelling legati ai miei libri: il Battisti per Hoepli del 2018 è stato davvero spremuto, con la rock band degli Uomini Celesti lo abbiamo portato ovunque in Italia. Spero di poter portare su nuovi palchi un paio di progetti che ho in mente: il primo ancora una volta su Battisti ma in una chiave elettronica completamente diversa; il secondo è già partito ed è un racconto-sfida tra disco music e rock nella seconda metà degli anni ’70... Synpress44 è una creatura ormai divenuta grande, il mio ufficio stampa con cui mi occupo di comunicazione per la musica. Il Covid non ha danneggiato più di tanto questa attività, anche se il periodo storico-artistico non è dei migliori, tuttavia ho la fortuna di lavorare per artisti, case discografiche e festival di notevole qualità, questo ripaga moltissimo e solleva dai tanti pensieri che gravano su ogni libero professionista.
Ritorniamo al libro: voglio chiederti se sarà seguito da un esperimento similare o se hai pronto un libro completamente diverso.. No, credo che il Nastro rosa a Abbey Road sia un unicum e tale resterà. Ho in cantiere due libroni, uno sul rock progressivo e un altro su un segmento preciso dell’esperienza beatlesiana, ma prima devo terminare un imminente saggio su un artista al quale tengo tanto. Ho scoperto che un suo disco che sta per festeggiare il ventennale ha parlato a me e di me: per questo ho deciso di omaggiarlo. Parola chiave: Come Talk To Me.
Something dei Beatles e la battistiana Con il Nastro Rosa: ne parliamo con Donato Zoppo ..
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