The power of raw’n’roll
Una band che nel 2022 apre un album con una suite di ventitré minuti e non stiamo parlando di barocchismi prog, ma di crudo e potente raw’n’roll (come la band ama definire la propria musica), è evidente che può essere etichetta solo in due modi: geniale o folle.
E noi propendiamo per follemente geniale.
Il brano, “Jerusalem’s Lot”, che si dipana tra riff urlanti e variazioni ritmiche, con parti cantante corrosive, è carburante per chi ama Stooges e dintorni ed ama perdersi nell’hard rock brutale e sotterraneo degli anni ‘70. La successiva “Burn Witch Burn”, grazie ad inserti di tastiere, dimostra che la band del cantante Marc Ash, sa guardare oltre la ruggine ed ama esplorare territori più dark, come “Sleepin’ Gods Lie’ ancora più cupa.
Ma a sorprendere davvero è la tenuta dei pezzi, mediamente lunghi, che scorrono senza intoppi, regalando accelerazioni e stranezze varie, come il synth dal suono sibilante di “Coulrophobia”, che si incunea in un magma sonoro, sui cui il cantante si crea varchi con timbrica primitiva, quasi come se il glam di Marc Bolan incontrasse l’irruenza di Iggy Pop.
“Age Of Reckoning” è il brano killer di tre minuti, tutto istinto e riff, tra Kiss, Twisted Sister e Marylin Manson, che serviva, prima della chiusura con “Burnin’ Tree”, un heavy doom di piombo ed elettricità, con un refrain spettacolare ed un finale drammatico, con tanto di canto femminile, ad evocare i Type O Negative, che dimostra come i Circus Nebula non siano la solita band di heavy rock, ma una delle realtà più brucianti del panorama internazionale.
Peccato solo per la loro storia a singhiozzo, che in oltre trenta anni, ci ha regalato solo due album, spesi negli ultimi cinque. Ma c’è tempo per recuperare.
I Circus Nebula non sbagliano nemmeno questa volta: “The Second Coming” è una bomba di sporco e grezzo rock’n’roll.
Marc Ash: voce; Alex The Juggler: chitarra; Bobby Joker: batteria; Gavo: tastiere, flauto; Deva Silence: basso