Tutti hanno scoperto Lucio Battisti, moltissimi l’hanno lanciato e gli hanno fatto da talent scout. Come si evince da questo bel libro (con la preziosa prefazione di Michele Neri), oltre i millantatori c’è la storia che racconta fatti precisi, date certe e sono poche quelle pagine battistiane ancora avvolte dal mistero o in chiaroscuro. La mia frequentazione con Frank Petrignani (musicista con cui Lucio ha collaborato prima di andare a Roma, poi incontrato di nuovo nel 1976 negli States), mi ha permesso di scoprirne alcune ed anche le ricerche condotte da Michele Bovi hanno dato i loro frutti: ben venga allora la memoria storica di Roby Matano, il quale (cantante dal 1958 del gruppo I Campioni) realmente ha frequentato Lucio Battisti. Infatti nel 1963 un imberbe Battisti viene scelto da Matano come nuovo chitarrista de I Campioni, debuttando a Dicembre alla Rupe Tarpea (club celebre di Roma). Resterà con loro fino ad Aprile 1966, con l’ultima esibizione al Festival di Rieti: di questo lasso di tempo 1963/1966 nel libro ci sono le prove provate ovvero gli articoli, le scalette e soprattutto le locandine dei concerti fatti.
Emozionanti le due liste di canzoni stilate da Roby Matano: a pagina 49 troviamo i dettagli sulle 17 canzoni scritte da Matano e Battisti, mentre nella pagina dopo le 14 scritte dal solo Battisti nel 1965, mentre era ne I Campioni. Assai coinvolgenti i due capitoli che raccontano quando/come Battisti lascia la band e come Matano ha visto il suo chitarrista diventare cantante e conquistare un veloce e meritato successo. La copertina del libro ritrae i due in gita ad Amsterdam (dopo una visita al parco giochi dedicato al cartone animato dei Flintstones (conosciuti in Italia come Gli Antenati): mi sono spuntate le lacrime, nel vedere il gruppo I Campioni (con Battisti e Matano assai sorridenti) fotografati in Versilia, prima di esibirsi con Narciso Parigi. Il celebre artista fiorentino mi aveva accennato qualcosa, mentre stava lavorando all’ultimo disco a cui ha collaborato intitolato Italia, America e Ritorno con il giovane Lorenzo Andreaggi.
Infine la spiegazione del titolo di questo libro (dove emerge anche il lavoro di coordinamento generale fatto dal musicologo Richard Milella): ogni lettera che Battisti scriveva a Matano, finiva con le parole speriamo bene, più la sua firma e da qui nasce un titolo così originale per un libro che va trovato. Magari chiedetelo direttamente alla casa editrice.