Il comune di MIlano premia Patti Smith

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L’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi ha consegna la Pergamena della Città (firmata dal sindaco Giuseppe Sala) a Patti Smith durante il suo concerto al Castello Sforzesco del 1 agosto nell’ambito di Milano è Viva.

Foto di Elena Di Vincenzo


“Sono sempre stata innamorata della vostra città che oggi è diventata anche la mia”, il commento commosso della cantautrice. Un grande carisma, magnetico ed empatico con il suo pubblico, ma senza quello sfoggio di ego tipico delle rockstar. È l’impressione che ha lasciato Patti Smith, che lunedì scorso ha concluso a Milano il suo mini tour italiano dopo le tappe a Pompei, Roma, Stresa e Cervia. Uno show che ha suggellato ancora una volta l’amore della sacerdotessa del rock per l’Italia e per il capoluogo lombardo, che l’ha omaggiata con la “Pergamena per ‘l’arte e la cultura”. Un amore che la 75enne artista di Chicago, cresciuta nel New Jersey e sbocciata come artista a New York, innamorata di Pasolini e dell’arte del Belpaese, ha raccontato durante la sua esibizione, parlando estasiata delle sue visite alle rovine di Pompei e alla vigna di Leonardo Da Vinci a Milano. E che celebra durante il concerto con una lettura de ‘L’Infinito di Leopardi in inglese. Non sarà l’unico momento di talkin’ poetry della serata. L’eroina del punk newyorkese di fine anni ’70 ha sempre quel piglio da esponente dell’altra America, libertaria, aperta e attenta ai diritti civili, e si cimenta anche in una recita ipnotica della poesia ‘Footnote to Howl’ di Allen Ginsberg, uno dei maestri della Beat Generation e amico di Patti. Ma c’è anche il rock, assicurato dal suo ‘Patti Smith Quartet, dove è protagonista il figlio della chanteuse, Jackson Smith, che declina in una versione più blues elettro- acustica i classici di Smith, ma con la ritmica incisiva del batterista Seb Rochford e del bassista Tony Shanahan. E allora scorrono i capolavori che hanno segnato la storia del rock: “Redondo Beach” in apertura, “Dancing Barefoot”, “Gloria” e “Because The Night”. Per il gran finale c’è stata “People Have The Power”, con il pubblico tutto in piedi a cantare e un ospite a sorpresa sul palco, il campione di basket dell’Olimpia Milano e capitano della Nazionale azzurra Gigi Datome, che ha imbracciato la chitarra accanto all’artista statunitense.

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