Il progetto monografico di Cristina Zavalloni & ClaraEnsemble
“Parlami di me – Le canzoni di Nino Rota” è uscito già da qualche mese, ma ho avuto l’occasione di incontrarlo soltanto ora. Qualcuno giudicherà senza senso parlarne adesso (la musica oggi si consuma in fretta: dal punto di vista commerciale dopo 10 settimane un disco viene dichiarato clinicamente morto), ma questo è un album senza tempo: potrebbe essere uscito vent’anni fa come potrebbe uscire tra vent’anni. Mi si perdonerà dunque nel caso specifico la libertà che mi prendo di scrivere fuori tempo massimo. Il disco lo merita.
Cristina Zavalloni illumina questo piccolo cinema dei sogni e della memoria con l’eleganza e la consapevolezza di chi ha attraversato in punta di piedi auditorium e laboratori e ha spaziato dai classici alle avanguardie, mettendosi sempre al servizio dell’opera.
La voce esprime un profondo rispetto per l’intenzione dell’autore e per la patina delle canzoni, tuffandosi nella nostalgia e nello struggimento (“Ai giochi addio”) per poi riaffiorare con grazia e leggerezza sopra la superficie del gioco e dello scherzo (“Pappa col pomodoro”), lasciando fluire parole ora geniali ora irrimediabilmente datate senza mai permettergli di accorciare il respiro alla musica o di distogliere l’attenzione dal corso limpido della melodia.
La veste musicale cucita a misura dal ClaraEnsemble, tra classica e jazz, porta in piena luce la capacità del Maestro – musicista colto – di farsi popolare e comprensibile a tutti, sia pure a diversi livelli, virtù che appartiene soltanto ai grandi, la cui musica è destinata a durare più di 10 settimane.
“Parlami di me – Le canzoni di Nino Rota”, Cristina Zavalloni & ClaraEnsemble (Egea, 2022)