Don Kirshner, produttore dei Monkees, sta cercando canzoni per la sua band di teenager protagonista di un fortunato show in tv…
È la primavera del 1966.
Don Kirshner, produttore dei Monkees, sta cercando canzoni per la sua band di teenager protagonista di un fortunato show in tv. Per caso, aveva ascoltato Cherry Cherry, un pezzo brioso e divertente firmato da un giovane, promettente songwriter… un certo Neil Diamond. Il pezzo gli era piaciuto moltissimo e così aveva subito chiamato i produttori di quel ragazzo per sapere se avesse altre canzoni simili che potevano fare al caso dei Monkees. Ne ricevette tre di cui una, molto orecchiabile, che parlava in modo buffo dell’amore, di come un giovane possa considerarlo qualcosa di doloroso e controproducente sino a che… non vede il viso di una bella ragazza e se ne innamora cambiando completamente idea.
Kirshner è convinto che quella canzone, intitolata I’m A Believer, sarebbe diventata un successo, Michael Nesmith (chitarrista dei Monkees) non era però della sua stessa idea: “Fidati di me Don, io sono un cantautore: questo brano non avrà mai successo”. Kirshner se ne fregò e addirittura inibì a Nesmith lo studio di registrazione facendo cantare il brano al batterista Micky Dolenz.
Pubblicato nell’autunno del 1966 e trainato dallo show tv, I’m A Believer nella versione dei Monkees (che nel disco non suonano sostituiti da esperti session man), va al numero uno in classifica, vende un milione di copie in due giorni e diventa disco d’oro dopo nemmeno una settimana.
Neil Diamond inciderà il pezzo un anno dopo nel suo album di debutto mentre, tradotto in italiano con il titolo di Sono bugiarda, sarà in quello stesso anno anche uno dei primi successi di Caterina Caselli.
45 anni dopo gli Smash Mouth ne hanno fatto una cover per la colonna sonora di Shrek, rivitalizzando il successo di un brano senza tempo.