“Anche se brucia, il mio cuore è qui”
Dopo l’ep di esordio di due anni fa Nicola Lotto torna con un album di undici brani, che riafferma la sua poetica stringata ed essenziale, che trabocca poesia.
A colpire non sono solo i solidi arrangiamenti che con un tappeto elettronico di sottofondo, tema caro del produttore Flavio Ferri (qui anche musicista), che amplificano il senso drammatico, ma l’insieme compositivo che pur in un contesto apparentemente chiuso come il cantautorato, libera bellissime melodie che prendono forma di canzoni.
“Anche se brucia il mio cuore è qui”, questo il tema centrale dell’iniziale “Anche se brucia”, un brano in crescendo, che offre uno spaccato strumentale, dove sale al proscenio i musicisti, mai di contorno, ma sempre essenziali nel conferire solidità al contenuto.
Stupisce la cartolina in fiamme di “Dalle finestre”, una storia di ferite e riconciliazione. Con “Parole nuove” condivise con il canto di Olden, un altro cantautore da seguire della scuderia VRec, e “Consolazioni” l’album assume i connotati di una sorta di autoterapia creativa. Ma quando in “Nel volto” ascoltiamo la voce di Paolo Benvegnù, ci rendiamo conto di quanta influenza il cantautore bresciano, abbia esercitato su un’intera generazione di nuovi cantori del nostro tempo. “È inevitabile qualcuno ti ferirà…”, canta Lotto in “Sacro”, con una tensione che è tutta nervi e cuore, mentre “Prima che si sveglino” regala la vetrina a Flavio Ferri che dal banco di regia entra in sala e canta con la sua consueta voce bruciante.
Nella seconda parte, scorrono altre quattro tracce, che confermano come Nicola Lotta non conosca la sezione “Riempitivi”: infatti “Incombe” è un rock acustico urticante, “Tutti gli inverni” avanza lenta e seducente, di “Uno spavento” vi suggerisco di ascoltare con attenzione ogni singola parola, raramente l’amore è stato raccontato con tanto fervore ed allo stesso tempo panico. La narrazione malinconica fatta di fotogrammi di “Nel mio polso” è la giusta conclusione di un album intenso, serio, ma che sa far sorridere, per la sua poetica quasi rassegnata, ma dolce.
Essenza, poesia e sincerità. Nicola Lotto si conferma una delle figure cantautorali più interessanti e creative degli ultimi anni, che meriterebbe una considerazione nazionale. E se diffondiamo il “Il canto nudo” potrebbe diventare il grimaldello giusto, per arrivare ad un pubblico più ampio.
Nicola Lotto: voce, chitarre; Marco Olivotto: basso, tastiere; Flavio ferri: chitarre, basso, theremin; Simone Filippi: batteria
Produzione di Flavio Ferri