A distanza di sei anni dall’esordio ‘Dodsdans (La danza della morte)’, e a otto dalla fondazione, i veronesi Galaverna compiono il salto di qualità e firmano per la Ams Records, solida etichetta italiana che esplora il mondo del rock progressivo, passato, presente e che verrà, in tutte le sue forme. “È un album nato durante il lockdown, ma che non porta con sé i timori di quel periodo, bensì è un disco vitale, pieno di speranza e che guarda al futuro”. Queste le parole di Valerio Willy Goattin, mente, cantante e chitarrista del gruppo, noto per molteplici esperienze diverse tra loro, tra cui Slap Guru e Riul Doamnei. Restano inalterate le radici folk che esplorano la tradizione del Nord Europa, ma rispetto al passato ora la parte musicale è più intensa, lo sviluppo dei brani più articolato e gli interventi di viola e flauto più presenti. Un’elaborazione che porta quindi folk e prog rock a trovare un punto in comune, con la voce di Valerio che si fa vellutata ed esplora timbriche inedite, con un’attenzione ai testi, cosa troppo spesso sottovalutata nel mondo rock e prog.
Le sei tracce, per quaranta minuti totali, si fanno apprezzare anche dopo ripetuti ascolti ed affascinano continuamente: ‘Under The Seas’, ‘Ganymede’ (con un meraviglioso ghirigori melodico) evidenziano un’attitudine quasi sciamanica, anche se è la conclusiva ‘Metempsychosis’, con i suoi sette minuti abbondanti; che fondono gli spettri acustici e psichedelici di certo rock sotterraneo britannico prodotto a cavallo tra anni ’60 e ’70 (T2, Fantasy, Zior), i moderni Anathema e il gigante David Crosby (come dire passato e futuro del rock), il brano che meglio focalizza i Galaverna di oggi, attenti alla forma, ma liberi di spaziare in atmosfere spirituali, con un tocco se non dark, direi malinconico, anche solo per la voce vibrante del leader, che alcune volte ricorda il grande Jeff Buckley. Il folk può diventare un mondo inesplorato e meraviglioso, come dimostra “Wagdans”, questo ottimo ritorno dei Galaverna.
Galeverna: Valerio Willy Goattin: voce, chiyarra, Harmonium, percussioni, banjo; Simone Marchioretti: batteria e percussioni; Simone Rodriguez: violino e cori; Stefano Masotto: basso e cori; Davide Corlevich: chitarre e cori; Lorenzo Boninsegna: viola; Chiara Paganini: flauto.