Giorgio Poi si prende Villa Ada nella serata inaugurale del Villa Ada Festival. L’artista è tornato a esibirsi mercoledì 16 luglio, a distanza di pochi mesi dall’evento speciale all’Auditorium Parco della Musica, in quella che è la sua città, nella quarta tappa del “Tour Estate 2022”.
Nonostante l’ora tarda di inizio, dovuta a problemi tecnici, Giorgio Poi non ha deluso le attese ed è stato ripagato dal numeroso pubblico, che ha cantato dalla prima all’ultima nota le sue canzoni. Preceduto da un breve set del cantautore Amalfitano (che ha da poco pubblicato l’album di esordio “Il disco di Palermo), Poi si è presentato in versione quartet, che lo vede alla voce, alle chitarre e al sax, e con il fido bassista Matteo Domenichelli, Emiliano Guidi alle tastiere e Gianluca Massetti alla batteria.
Ad aprire la serata è stata la strumentale “Gommapiuma”, che ha visto il cantautore suonare il sax soprano. A seguire brani dal nuovo lavoro come “Barzellette”, con la sua voglia di fuga, e “I pomeriggi”, intervallati da “Erica cuore ad elica”, ormai già un classico della canzone d’autore degli anni 10. “Davanti a noi ci sono giorni affilati come rasoi” è il primo verso di “Rococò”, quinto brano in scaletta, che ancora una volta colpisce e cattura il pubblico per profondità, leggerezza, sorpresa e ricerca costante su suoni e parole. Come ha spiegato più volte l’artista, le canzoni di “Gommapiuma” sono nate tutte durante il lockdown. Durante la lavorazione Giorgio Poi ha cercato di dare un po’ di leggerezza ai brani, così rendere più lieve un momento per tutti difficile per quanto accadeva nel mondo. Dopo “Il tuo vestito bianco” (brano uscito subito dopo il primo album “Fa niente”, e incluso solo nella ristampa in vinile”, Poi ha eseguito le celebri “Vinavil” e “La musica italiana” (entrambe tratte dal secondo album “Smog”), cantante in coro da tutto il pubblico presente, cui hanno fatto seguito il carrello vuoto di “Supermercato” e “Stella”.
Il tempo di presentare la band e di nuovo in pista per una sequenza di brani al fulmicotone: prima “Paracadute”, poi “Acqua minerale”, “Niente di strano” e “Solo per gioco” per galvanizzare un pubblico sempre in sintonia con l’artista, che esplode decisamente sul finale di “Tubature”, uno dei brani migliori della produzione di Giorgio Poi, che dal vivo assume contorni ancora più precisi, con un arrangiamento con echi del miglior rock progressivo italiano. La serata si avvia alla conclusione, ma c’è il tempo per alcuni bis. Sul palco viene portato un vecchio stereo a cassette. Giorgio Poi inserisce una musicassetta e parte il nuovo singolo “Ossesso” dal sound decisamente anni ’80. Gran finale con la delicata “Moai” e “Giorni Felici”, ispirata all’omonima graphic novel della fumettista Zuzu, dedicata alla storia di Claudia, che si trasforma fisicamente in base alle emozioni che vive. Giorgio Poi anche dal vivo mantiene le promesse e si candida a entrare nell’olimpo dei cantautori più significativi della musica italiana.