Alla scoperta di Raffaele Argentieri Jr: l’intervista

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Raffaele Argentieri Jr nasce nella metà degli anni ’70 in una famiglia di artisti e segue sin da bambino il padre Osvaldo, nelle varie tecniche del disegno e della pittura olio su tela. Negli anni ha sempre conservato la passione artistica, tramandata altresì dal nonno paterno Raffaele Argentieri 1902-1978 (pittore, scultore e scenografo), scrutando inaspettatamente anche il mondo dell’armonia musicale e della composizione, coltivando autonomamente lo studio dell’osservazione rigorosa, delle tecniche di ascolto musicale ed infine della relazione tra il linguaggio visivo e quello musicale. Lo abbiamo intervistato.

Come nasce la tua passione per la musica?

Sin da bambino ascoltavo colonne sonore e musica classica e da autodidatta facevo piccoli passi nel suonare il pianoforte e creare delle composizioni, conciliando sempre il tutto con gli impegni lavorativi, dove ho sempre concentrato le attenzioni maggiori. Gli ultimi 3 anni, tra la pandemia e la malattia di mia sorella, Mariolina Argentieri, pittrice scomparsa a dicembre 2021, la musica è stata un’ancora di salvezza, in una crescente condizione che vivevamo tra speranza e rassegnazione. Scoprivo quindi che la musica aveva un effetto immediato nel liberare la mente, alleviando gli stati d’ansia e di preoccupazione, in particolare durante i viaggi della speranza che affrontavamo, dove eravamo soli in macchina anche la notte con le strade deserte, ma avvolti in una cassa di risonanza musicale (dalla musica classica a quella moderna e contemporanea) che ci aiutava ad affrontare il percorso e dalle melodie cercavamo di cogliere le parole nascoste ed i sentimenti racchiusi. Cercavo quindi di individuare le note che nell’insieme aiutavano il mio spirito a risollevarmi e a guardare avanti sempre con coraggio, prima accostandomi alla rielaborazione musicale di vecchi brani classici e poi cercando di trarne spunto e cogliendo gli aspetti più interessanti e ricchi di vibrazioni positive.

Dove componi la tua musica?

La musica ho cominciato a scriverla nel mio studio e nella maniera più semplice possibile, con le conoscenze teoriche che vado ogni tanto a rispolverare da autodidatta, per quanto possibile. Con essenziali sistemi di registrazione e grazie all’ausilio delle piattaforme social quali YouTube, sono riuscito a costruire i miei primi arrangiamenti artistici che comunque seguivano alcuni temi che man mano stavamo vivendo oltre alla particolare attenzione che ho sempre avuto per lo studio del pianoforte (classico ed elettrico) che considero uno degli strumenti musicali più completi. Durante la pandemia e i lockdown una delle prime melodie è stata la rivisitazione dell’Inno di Mameli “Tratto dal Canto degli Italiani”, eseguita durante il lockdown presentata anche dal Preside Domenico Camarda del C.C.F. di Francavilla Fontana con immagini di repertorio. Descrizione opera musicale audio-visiva: dall’infermiera stremata nei suoi turni di lavoro, al volteggio sulle punte della Fracci nazionale, scorrono immagini che fecero grande la nostra Italia nel campo artistico, storico, letterario, musicale e sportivo.

Cosa puoi dirci di “Scorre il tempo”?

La creazione è nata dalla necessità di rappresentare il tempo, cercando di far nascere un dialogo attraverso il pianoforte. Il tempo oggi diventa sempre più fugace ed in molte occasioni ci impedisce di assaporare la vera essenza della vita che, se pur breve e travagliata resta sempre una meravigliosa esperienza da vivere, soprattutto per chi, attraverso la sua genialità, fa di ogni giorno, un lirico esempio di terrena eternità.

Ci parli di “Nel Dubbio”?

La condizione del Dubbio ha caratterizzato in particolare questi ultimi 2 anni, facendo vivere la gente in bilico tra incertezza ed angoscia, per il futuro che appare sempre più una minaccia e non più una promessa, mettendo a dura provo “Lo scopo” e “La Volontà”. Con l’ingresso del 2022 e gli scenari di Guerra, la situazione è peggiorata, tanto che molti hanno perso ogni speranza, altri sono confusi ed altri ancora inariditi e con il cuore pietrificato. Naturalmente è importante in questo periodo non perdere di vista la fede in Dio che non riusciamo a vederlo ma è sempre vicino noi, i valori, i veri affetti familiari che sono preziosi ed alcune volte ci accorgiamo della loro importanza quando non ci sono più oppure quando è trascorso inutilmente tempo prezioso. Infine sono state fatte alcune rielaborazioni e cover presenti anche sul Web.

Nel tuo percorso artistico qual è stato il tuo evento più importante?

In ambito musicale non ci sono stati eventi particolari o importanti, anche perché il tempo da dedicare al lavoro non mi consente di preparare concerti o esibirmi, spero naturalmente di poterlo fare in futuro, dopo una rigorosa preparazione e con la tranquillità interiore necessaria.

Come ti vedi tra 20 anni?

Sicuramente con qualche capello bianco in più, probabilmente vicino ad un pianoforte a coda che ho sempre desiderato, continuando a cercare di realizzare colonne sonore e lasciando all’interno delle varie melodie, piccoli pezzi della mia anima. Spero nel contempo di potermi anche perfezionare nella pittura, che considero un’altra forma d’arte molto importante e che ho sempre coltivato sin da bambino, realizzando dipinti di paesaggi e scenari. Riuscire quindi a custodire sempre le due forme d’arte cercando di esprimermi, esplorando l’arte dal mondo sensibile con una sembianza concreta (la pittura), verso una realtà intangibile che non ha sembianza concreta (la musica), cercando di relazionarmi con semplicità nei due linguaggi che hanno molto in comune.

Che differenza esiste tra la pittura e la musica?

Tra la creazione di un dipinto e la realizzazione di una colonna sonora, non vi è particolare differenza, cambia il linguaggio ma nella sostanza esistono delle regole ben precise e rigide alla base della costruzione creativa di qualsiasi opera, che potrebbe apparire alla fine semplice e libera espressione ma nascondere uno studio analitico importante. Si può quindi dire le regole sono basate su l’unità di misura che può essere unitaria e temporale, sulle distanze come sulle profondità, sulle proporzioni come sulla consistenza dei vari suoni, sugli strati e livelli come sulla sovrapposizione e fusione di suoni e strumenti. Il risultato finale d’insieme è quello che rende l’opera visiva perfetta e pienamente osservabile e l’opera musicale uditiva, ascoltabile ed orecchiabile, tenuto conto che le disarmonie visive ed armoniche, sono facilmente individuabili e di universale comprensione.

Cosa pensi dei talent?

Sicuramente sono opportunità preziose per chi vuole emergere rapidamente, ma rappresentano anche una sfida che diventa molto difficile da mantenere se il successo arriva troppo in fretta. Perché quindi avere tanta fretta di raggiungerlo e perché non concentrarsi prima sul proprio “se interiore”, cercando di conoscere meglio la propria parte spirituale, i propri difetti, i propri limiti e le effettive potenzialità artistiche, facendo piccoli sforzi giorno dopo giorno e costruendo con tranquillità e nel tempo un proprio libro artistico limpido nella esistenza terrena, liberando la propria mente dallo scopo legato principalmente al profitto e dalle scelte più convenienti che possono limitare il campo di osservazione contaminando inavvertitamente la propria energia creativa.

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