Terminata la lettura di una biografia su Van Gogh, Don McLean ha una sola idea in testa: scrivere una canzone dedicata al grande pittore. “Vincent” era inoltre il brano preferito di Tupac Shakur
Autunno del 1970
Il cantautore Don McLean è agli inizi della carriera. Per sbarcare il lunario ha accettato un lavoro che gli aveva offerto il sistema scolastico americano; suonare la chitarra nelle classi degli studenti.
Un giorno, durante un’ora buca, McLean ne approfitta per leggere il suo libro preferito: una biografia di Van Gogh. L’ammirazione nei confronti del grande pittore va oltre la maestria artistica. McLean è convinto che Van Gogh non fosse un pazzo: era una persona affetta da una psicologia psichiatrica come il fratello Theo. E per il cantautore quella è una differenza sottile ma importante.
Terminata la lettura del libro, Don McLean ha una sola idea in testa: scrivere una canzone dedicata a Vincent Van Gogh. E così, pochi giorni dopo, con davanti a sé una stampa della “notte stellata” scrive su un sacchetto di carta il testo di Vincent, canzone che insieme al suo evergreen American Pie darà al songwriter di New Rochelle fama imperitura. Una curiosità: Vincent era la canzone preferita di Tupac Shakur; la suoneranno nella sala di rianimazione di Las Vegas dove il rapper era stato ricoverato, nel 1996, nell’inutile tentativo di salvarlo, dopo l’aggressione armata.