I Rebel Heart nascono nel 2017, ma la storia affonda le sue radici negli anni novanta allorquando iniziò una stretta collaborazione fra Ivan Perugini e Germano Quintabà noto per la sua militanza nei Centvrion. La band ha fino ad oggi prodotto ben tre album. A cio aggiungasi il più recente “Day of Clouds and Darkness” pubblicato dalla UDU Records che è un “Best Of” dei precedenti album realizzati dalla band marchigiana. Il sound è un corposo Hard/Heavy Rock e…beh…lasciamo la parola ad Ivan che ci parlerà in maniera più approfondita della band… I nostri Rebel Heart sono il risultato di una storia che nasce negli anni novanta, o sbaglio?
“Artisticamente il rapporto tra me e Germano Quintabà risale al 1990 esattamente, quando lui entrò come batterista in un gruppo che avevo e prendemmo il nome Dies Irae. Da qualche parte dovrei anche avere una bella videocassetta di un concerto proprio nell’aia di una casa di campagna, la nostra Woodstock, dove suonavamo i classici dell’hard and heavy, tipo “Hallowed by thy name” o “Soldier of fortune” dei Deep Purple.” Quali gli eventi più significativi della storia dei Rebel Heart? “Direi proprio i tre dischi a partire dal 2017 anno in cui io e Germano abbiamo deciso di riprendere non solo a suonare insieme in una cover band di canzoni AcDc, ma proprio di creare nuovi brani che si sono concretizzati in “Natural born rockers”, “1918”, “Dies Irae” ed infine “Day of clouds and storms”, che raccoglie i migliori brani dei tre dischi precedenti, per la Udu Ululati Records.” Dal nome della band si deduce che siete dei ribelli… “Abbiamo un cuore che va contro le mode attuali, ben saldo nella Highway del rock, un cuore che ci permette di fare musica come esternazione delle ripercussioni che hanno le vicende quotidiane nel nostro animo e nel nostro cammino di maturazione personale; la lotta tra il bene e il male, la scoperta del senso delle cose, della vita, la necessaria volontà di affermare sé stessi contro una realtà sempre più distopica e alienante.” Com’è nato questa collaborazione fra Ivan Perugini e Germano Quintabà? “Ci conosciamo da sempre, musicalmente siamo partiti insieme, poi la vita ci ha necessariamente separati, ma la passione per gli AcDc alla fine ci ha fatto ritornare a suonare insieme: il rock indubbiamente unisce.” Quindi “Day of Clouds and Darkness” è un “Best of”? “Esattamente: la Udu, dopo aver ascoltato i nostri album, ha deciso di prenderci nel suo roster e far quindi uscire l’album prendendo nello specifico i brani “Devil’s bite”, “Fallen angel”, “Run through the night”, “Rusty heaven”, dal primo album del 2017 intitolato “Natural born rockers”, poi le canzoni “Crucified Soldiers”, “Open my grave”, “Race to madness”, “Shadow heroes” dall’album “1918”, mentre “Cult of power”, “Facing my soul”, “Hear my calling” e “Never know why” dal più recente “Dies Irae” del 2021.” Qual è il criterio con cui avete scelto i brani da includere in “Day of Clouds and Darkness”? “Abbiamo cercato di dare un’idea il più possibile completa di quello che è il nostro suono e la nostra personalità in musica, sperando di esserci riusciti; nello stesso tempo sia in cd sia nel nostro canale youtube sono sempre disponibili tutti e tre gli album completi.” Il titolo ha una venatura doom… “Diciamo che le tempeste e le nuvole sono parte integrante della vita, dobbiamo sempre trovare il modo di utilizzarle per poi apprezzare meglio le giornate di sole, le persone che rimangono vicine a noi anche nei momenti difficili e con le quali anche solo uno sguardo è sufficiente a comunicare il rispetto per la dignità personale. Quando c’è il rispetto per l’umanità di ciascuno, c’è una energia inesauribile per combattere le battaglie difficili ed anche le sconfitte hanno un sapore diverso.” Il sound è allo stesso tempo potente ed oscuro… “Sicuramente merito della SG e del JCM800! Scherzo. Ma non troppo. Nel senso che sia che si intenda la musica rock come spavaldo intrattenimento a là AcDc o come ricerca di suoni che possano rendere atmosfere gotiche a là Tony Iommi, alla fine nel nostro caso è la (mia) SG che funge da collettore tra le due disposizioni, che alla fine io e Germano abbiamo interiorizzato e vogliamo esternare. Così dicendo ho indicato i due artisti che principalmente, insieme a Zakk Wylde, mi hanno sempre comunicato emozioni ed un po’ il mio linguaggio chitarristico, come brutta copia, si avvicina a questi mostri sacri.” La voce è molto Rob Halford-oriented… “Sì, tant’è che per un periodo Germano ha cantato in un tributo ai Judas, dopo aver terminato la sua carriera nei Centvrion, con i quali aveva inciso quattro album usciti in parte per la Scarlet e poi la Dragonheart. Le caratteristiche della voce di Germano nell’ambito del metal italiano sono note da sempre anche se lo stesso non nasconde di amare Brian Johnson.” State continuando a comporre nuovi brani? “Esattamente, ci sono dodici brani in cantiere che stiamo affinando e faremo uscire non appena sentiremo che per ciascuno di essi il cammino di maturazione sarà stato raggiunto.” Avremo la possibilità di vedervi dal vivo? “Nel mese di giugno, con Fabio Bruscantini alla tastiera e Sergio Villarreal al basso, abbiamo già una data da definire meglio che comunicheremo senz’altro attraverso Musicalnews e poi tutti i canali social.” Con quale band storica della scena Hard Rock/Heavy Metal internazionale vi piacerebbe suonare? “Magari, se posso sognare, ci piacerebbe suonare in bel Gods of Metal con Judas Priest, AcDc, Ozzy, Black Label Society, Accept, Spiritual beggars così non scontentiamo nessuno. In quel caso Emanuele Gentile sarebbe ospite nel back stage a raccontare poi l’avventura.” Pagina ufficiale su Facebook: https://www.facebook.com/rockrebelheart
Rebel Heart, nuvole pesanti sulle Marche
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