Il cartone animato “Daitarn 3” del 1978, prodotto dalla Sunrise (lo stesso studio di “Gundam” e “Zambot 3”), ha la splendida colonna sonora firmata da Takeo Watanabe. Riecheggiano i fiati tipici della discomusic anni ’70, con epiche trombe e sfrenati bassi durante i duelli spaziali del robot. Watanabe nella sigla italiana del cartone lascia il posto alle indimenticabili note di Vince Tempera (reduce di “Goldrake” in TV e di “Fantozzi” al cinema), mentre il brano è cantato dai “Micronauti”.
L’Italia ha omaggiato l’anime “Daitarn 3” con la band Ska-Punk, “I Meganoidi”. Tornando a Watanabe non possiamo non citare le collaborazioni con il regista Yoshiyuki Tomino negli avvincenti anime: “Mobile Suite Gundam” e “Polymar”. Per quanto riguarda Gundam attualmente è stato citato da :Spielberg in “Ready Player One” e da Maurizio Nichetti in “Ho fatto splash”. Interessante l’episodio “Le luci della ribalta” di Daitarn 3, dove abbiamo un sunto dell’immaginario cinematografico del ‘900. L’episodio vede il prode robottone Daitarn 3 destreggiarsi in un set cinematografico. Non solo si abbatte la “4^parete” (strizzando l’occhio al telespettatore, come in la “Storia infinita”), ma il regista del cartone Tomino, ci illustra in poche inquadrature la storia del cinema. Nella prima parte vediamo Haran Banjo (pilota del robot) entrare in un set cinematografico a tema Samurai (quindi omaggio ad Akira Kurosawa). Poi Banjo ingaggia un combattimento con un samurai-meganoide, che usa una classica katana mentre Banjo brandisce una spada laser. Non ci vuole molto a capire che ora il regista vuole riverire George Lucas (che a sua volta ha preso spunto dal cinema di samurai di Kurosawa-La fortezza nascosta). Poi l’inseguimento procede in un set a tema Western, proiettandoci nel cinema di Sergio Leone (anche lui legato all’opera di Kurosawa-Yojimbo). Ed alla fine il meganoide combatte in dimensioni titaniche contro il robottone (onorando il suo genere e chiudendo il cerchio con l’epopea fantascientifica di Go Nagai). Concludendo le melodie di Takeo Watanabe e Vince Tempera, hanno reso epici i pomeriggi di molti italiani incollati ai televisori anni ’80 traboccanti di avventurose odissee nello spazio.
(a cura di Jean-Pierre Colella)