Le liriche dei poeti mistici persiani messi in musica dall’artista iraniano nel suo nuovo progetto per Squilibri
Iraniano trapiantato in Italia, musicista e pittore, Pejman Tadayon rende omaggio alla tradizione mistica e lirica delle sue terre d’origine in un progetto di grande coerenza formale e suggestione. Traendo ispirazione dai testi dei grandi poeti persiani Omar Khayyam, Rumi, Hafez e Saadì, Tadayon mette su disco dieci quadri il cui potere evocativo trasuda da ogni singola nota e da ogni inflessione della voce. Per quanto l’approccio sia dichiaratamente non filologico (e non potrebbe essere altrimenti, trattandosi di composizioni originali per quanto concerne le parti musicali), la scelta di utilizzare esclusivamente gli strumenti classici coevi e le strutture ritmiche e armoniche proprie della tradizione persiana, pur filtrate attraverso una sensibilità contemporanea, garantisce un profondo rispetto di quello che gli anglofoni definiscono efficacemente “sense of place”.
“Sono convinto che l’Oriente e l’Occidente possano incontrarsi e conoscersi profondamente. E non ho altro che la musica per dimostrarlo.”
Le note a margine e la traduzione dei testi in italiano nel libretto che accompagna il CD permettono di fruire al meglio le sfumature poetiche e le profondità filosofiche dell’opera, che indicano nel distacco dai vincoli e dalle appartenenze la via maestra per l’elevazione spirituale e per il raggiungimento della piena libertà dell’individuo.
Il valore della proposta e la cura minuziosa dell’edizione dimostrano una volta di più che cultura e intrattenimento (e rispetto per il pubblico) possono ancora coesistere nell’Anno Domini 2022. Si veda anche, a questo proposito, l’intensa e appassionata rilettura di “Maul” di Enzo Del Re da parte di Vito Quaranta (Forthyto), in uscita in questi giorni nella medesima collana “Crinali” dall’editore Squilibri.
PEJMAN TADAYON, “Non siamo Sufi. Composizioni per poesie mistiche persiane”, squi[libri] 2022