Otto brani inediti, 8 nuove canzoni di Lorenzo. È “Mediterraneo”, la “collezione primaverile” e da venerdì sfilerà in tutte le piattaforme digitali in tutto il suo colorato splendore. Il disco del sole rotondo e fisico uscirà per il solstizio d’inverno, prima di allora le uscite saranno solo fluide e digitali “soggette a modifiche, remix, rivisitazioni, aggiunte, sottrazioni e chi più ne ha più ne metta”.
È il “mediterraneo” il tema di fondo di questi pezzi ed è il titolo della prima canzone della tracklist che dà il nome all’intero gruppo di brani. È tutta roba calda, ventilata e saporita. Il Mediterraneo è un concetto, una presenza, uno sfondo, un’ispirazione, un luogo, un mare, una speranza, un dolore, una questione aperta, una grande storia e soprattutto un simbolo di scambi, avventure, viaggi, incontri, suoni, amori, promesse”, afferma Lorenzo. Da oggi esce il video di I “love you baby”, il brano uscito nel primo giorno di primavera e prodotto da Sixpm, la serenata rock and roll di Lorenzo che sta conquistando i network radiofonici. Il video di “I love you baby” è come il pezzo: dritto al cuore, semplice e misterioso. Girato alle porte di Milano, il video, con la regia di Leandro Emede mostra Jovanotti nel centro di un magazzino. Un luogo freddo ma con un grande potenziale: gli oggetti sono pronti per essere consegnati, i pacchi chiusi, pronti per essere aperti. Ma con il calare delle tenebre, la musica si impadronisce dello spazio, i colori delle luci lo animano trasformandolo in un luogo magico. E il protagonista, un magazziniere in divisa, diventa una rockstar che danza in mezzo alle casse, tra le campate del magazzino, e ancora più in alto, scalando le più alte pile delle casse anche lui animato da una linfa nuova. Nel corso della canzone tutto cambia, cosi come l’incontro con l’amore ci trasforma e rende improvvisamente il mondo un posto magico e colorato.
“Amo queste canzoni, le ringrazio”, afferma Lorenzo Jovanotti, “Per me queste canzoni sono benedizioni. Sono “grazie ricevute” e le amo talmente tanto che la gioia di pubblicarle è solo successiva alla gioia di averle scritte e di averle viste nascere e crescere fino al momento in cui, oggi, le condivido con tutti. Il mediterraneo in questi ultimi anni mi si è manifestato come un luogo sacro, una riscoperta e un invito al viaggio nonostante non mi sia mosso di un passo, come è successo a tanti di recente. Nel Mediterraneo, dove tutto è nato, le rotte dei marinai e gli dei, mi sono immerso per rinascere, e mi sono commosso ed esaltato. Epifanie dei sensi e dello spirito. I suoi porti sono canzoni, le sue coste sono un ritmo che cambiava sempre rimanendo se stesso, le sue albe sono le mie albe, i suoi tramonti sono promesse di un domani migliore. Soprattutto ho lasciato fluire le canzoni che nascevano e ho cercato di “dirigerle” il meno possibile, che dicessero loro a me quello di cui avevo bisogno, senza che io dessi troppe indicazioni. Istinto puro, i cinque sensi aperti nel chiuso di una stanza. Il vero viaggiatore non rinuncia al viaggio, tutto diventa viaggio. I “vagabondi delle stelle” (Jack London cit.) si incontrano in giro per l’universo, senza tempo e senza spazio. Mi rendo conto che questo progetto di “disco del sole” non è allineato agli standard richiesti oggi dal mutevole e mutante “mercato” della musica, fatto soprattutto di singoli che mettano insieme visualizzazioni streaming e passaggi radio, in un consumo rapidissimo. Con questo progetto voglio solo guardare avanti, costruire il mio futuro una canzone alla volta. Non fraintendetemi, amo i “singoloni” e sono cresciuto con l’idea che nella musica pop sono soprattutto i 45 giri a lasciare la traccia più rilevante e a formare un repertorio di un artista. Premesso questo, per me è importante seguire l’istinto del momento e assecondare le energie che arrivano dal cuore. Ad un certo punto di un anno fa circa dopo un periodo di distacco forzato dalla musica mi sono svegliato con il desiderio irresistibile di fare canzoni, senza uniformarmi a quello che sentivo in giro, senza pensare a “featuring” e “posizionamenti”. In modo piuttosto selvatico e istintivo ho scritto pezzi, senza avere in testa nessuna strategia, solo la voglia di condividere questa cosa che mi bolliva dentro. So bene quanto sia cambiato il modo di distribuire la musica. La cosiddetta soglia di attenzione è bassissima e le case discografiche sono concentrate esclusivamente sul new business digitale dei pezzi singoli, che funzionano soprattutto quando contengono un “jingle” adatto alla viralità e alle brevità dei social network. A me questo va benissimo e non mi lamento, inoltre offre prospettive interessanti per artisti e songwriters. Però dopo tanti anni di musica ho la grande fortuna di avere un pubblico con il quale il dialogo è intenso e approfondito, tutt’altro che superficiale o mordi e fuggi. E questo fiume di canzoni è per loro, anzi per noi, per questa città dislocata nello spazio le cui strade sono i pezzi, i testi, le idee, i concerti, gli spettacoli, i raduni, le occasioni, l’energia che si accumula e a un certo punto si scatena. Per la prossima estate, cioè tra pochissimo, pubblicherò altri pezzi, una specie di collezione estiva, ancora diversa, e spero gradita”.