Giovedì 31 Marzo esce il suo nuovo film Play Boy. Non siamo davanti ad un patetico collezionista di donne, quanto piuttosto a un Don Giovanni (o un Casanova) che cerca risposte emozionali ai suoi conflitti interiori. Aggiungiamo a tutto questo il fatto che per Domenico Costanzo si tratta in assoluto del primo film dove si occupa solo della regia, concentrandosi così su quello che un altro autore ha voluto raccontare nella sceneggiatura. Mentre mi appresto ad intervistarlo, vedo un autobus che si ferma al semaforo: sulla fiancata ha un enorme cartellone pubblicitario dedicato proprio a Play Boy ..
Nel farti i complimenti per il nuovo film in uscita, vorrei però chiederti subito un bilancio (qualitativo e quantitativo) sul tuo precedente Ho sposato mia madre .. Ciao Giancarlo sono molto felice di come è andato il film Ho sposato mia madre. E’ stato ben accolto in gran parte dei festival del cinema del mondo. Per adesso mi manca solo di riuscire a farlo trasmettere in qualche canale televisivo in Italia. Ma io sono già felice così perché questo film è una dedica d’amore a mia madre e le dediche sono già “proiettate” nel mio cuore.
Il tuo nuovo film si intitola Play Boy (mi raccomando di scriverlo correttamente ossia separando le due parole!) ed hai già dichiarato che è una novità per te lavorare qualcosa che non ti vede come autore.. Diciamo che in questo film mi sono lasciato trascinare dall’entusiasmo di Giuseppe Ferraro. Voleva raccontare qualcosa di importante e io mi sono sentito “artisticamente” in obbligo di aiutarlo. Poi mano a mano che il film andava avanti mi sono innamorato anche io di questa opera che parla d’amore e di crescita personale.
Siete rimasti davvero spiazzati da questa prima prova cinematografica di Giuseppe Ferraro? Certo. Giuseppe con la forza della sua passione per questo film, nonostante non avesse mai recitato, è riuscito ad interpretare alla perfezione questo personaggio che poi è di ispirazione autobiografica. E’ stato comunque doppiato da un “mostro” sacro: Roberto Pedicini che ha dato al personaggio una spinta maggiore. Così sembra un attore hollywoodiano..
Con la presenza di un brano di Vincenzo Incenzo nel tuo nuovo film, ritengo che tu sottolinei l’importanza della musica in una pellicola. Vincenzo Incenzo è un cantante ed autore musicale che apprezzo veramente molto. Già nel film “Ho sposato mia madre” gli avevo chiesto una canzone e me l’ha concessa, e così ho fatto anche per il film “Play Boy”. Il motivo di queste mie scelte è molto semplice: quelle canzoni rispecchiavano perfettamente il messaggio del film.
Quali i musicisti che ritieni basilari? Ho sempre amato la musica d’autore di De Gregori, De André, Cocciante, Guccini, Battiato, Venditti Cocciante e anche Baglioni… per la loro capacità di emozionare. Tra i cantanti moderni diciamo che ci sono alcuni che mi piacciono ma nulla a che vedere con i cantautori che ti ho citato… diciamo che la Amoroso, Mengoni, Ermal Meta, Emma. Amo la musica melodica, romantica: le canzoni rap che vanno tanto di moda non mi emozionano per niente e quindi non le ascolto…
Riesce l’uomo Domenico Costanzo a ritagliarsi degli spazi dal Domenico Costanzo regista? Ti è concesso coltivare degli hobby? Bella domanda. Se devo essere sincero ogni volta che devo realizzare un film già dalla fase della sceneggiatura ne sono completamente assorbito e non riesco più ad avere una vita “normale”. Considera anche il fatto che girare un film da regista indipendente è molto complicato e quindi è molto più dispendioso anche in termini di energia fisica e psicologica. Riguardo ai miei hobby sono quasi tutti legati comunque al cinema, o i viaggi, mi piace molto viaggiare nei paesi tropicali.
Quali i registi che ti hanno colpito quando eri giovane? Ed ora chi ti sta piacendo? Io da giovane, e cioè adesso, perché la mia età è metaforicamente parlando sempre ferma a 18 anni, perché il cinema lo sai mantiene giovani, ho sempre avuto come riferimento dei registi che hanno fatto la storia del cinema: De Sica, Truffaut, Fellini, Orson Welles, Bergman…ma oggi un bel Tarantino, Scorsese, Guillermo Del Toro, il “giovane” Clint Eastwood, mi sollevano sempre il morale perché riescono ad unire un raffinato linguaggio cinematografico allo spettacolo vero e proprio. I film noiosi non li sopporto.
Ha sempre (metaforicamente parlando) 18 anni: ecco l’intervista al regista Domenico Costanzo ..
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