Per i suoi libri prende ispirazione dalla realtà che la circonda, dai ricordi, dagli stati d’animo, Ma nel caso del precedente Diego Cortes e il giorno fuori dal tempo ha seguito le profezie del popolo Maya per il 2012, quando doveva accadere la fine del mondo. Cinzia Milite ha poi scoperto che in realtà non profetizzavano la fine del mondo, bensì la fine di un ciclo temporale, la fine di un’Era. Invece con Solo due dita la sua fantasia si concretizza in un romanzo basato su un ritmo narrativo vicino al suo scrittore preferito che è Italo Calvino. Come il celebre autore, Cinzia Milite sfrutta un gioco combinatorio, in cui il meccanismo stesso che permette di scrivere riveste un ruolo fondamentale. La trama del romanzo corre parallela ad alcune analisi e descrizioni dei protagonisti, quasi mai preponderanti sul canovaccio della storia: la struttura della narrazione è perciò piacevole e questo rende noi lettori soddisfatti e riusciamo ad acquisire maggiore consapevolezza su quello che il vero focus del romanzo: il contrasto tra luci ed ombre, notte e giorno e sfumature cromatiche in cui il protagonista è abile a celarsi. Tommaso De Marinis per questo non ci è mai antipatico, ma nemmeno ci scatena un sentimento ultra positivo e di stima.
Come l’autrice, anche noi ci domandiamo che cosa cerchi in realtà e soprattutto cosa desidera davvero: lo status quo opulento in cui vive (fortunatamente per lui) non lo mette nella condizione di arrivare a fine giornata e quindi (sempre citando Calvino) non è un antieroe neorealista di un qualsiasi decennio del Secondo Millennio: dissoluto? Non più di tanto, se paragonato alla cerchia dei suoi conoscenti. Desideroso di cambiare vita? Se provassimo a chiederglielo, forse otterremo risposte diverse magari anche nello stessa conversazione.
La citazione del celebre brano di David Bowie (usata come sottotitolo al libro) è un filo diretto proprio con il suo animo: se il romanzo fosse la fonte d’ispirazione ad un film, questa pellicola sarebbe sicuramente francese, con molti chiaroscuri e con quel grido Can you hear me, Major Tom? che non ci fa guardare al cielo ed ai viaggi siderali, ma alla mera realtà. Tommaso che cammina, si volta, incrocia una figura femminile (ma è Claudia? No, forse assomiglia ad Elena), si alza repentino dal suo tavolo fuori da quel locale famoso e sbuffa, quando vede un bimbo con in mano Alice nel paese delle meraviglie. Un libro che da giovane ha snobbato, perché troppo fantasioso.
Cinzia Milite, nasce in provincia di Milano nel 1964, vive nel comasco. Ha vinto diversi premi letterari tra i quali il Premio Montessori.
Cinzia Milite = Solo due dita – Can you hear me, Major Tom? (One Reed Edizioni)
Tempo di Lettura: 2 minuti