“Lucio Dalla era un uomo di sinistra, ma era un uomo profondamente libero ed era un uomo molto curioso, quindi non poteva fare sfoggio di un antiberlusconismo. Anzi il conformismo di una certa sinistra non lo ha mai visto protagonista. Soprattutto Dalla era un musicista, amava l’arte, amava la cultura in senso lato e generale e sul piano politico lui non nascondeva che la fusione tra il cattolicesimo e il comunismo fosse una sua aspirazione, dopodiché non aveva nessun tipo di tic cattocomunista”. E’ il ricordo di Bobo Craxi di Lucio Dalla, in occasione del decimo anniversario dalla scomparsa dell’artista. Bobo Craxi ha ricordato l’amico Dalla in un’intervista rilasciata alla giornalista Maria Teresa Olivieri e pubblicata sul quotidiano Avanti On Line.
“Ho conosciuto Lucio Dalla nel 1979, una domenica mattina andai a bussare al Castello di Carimate, dove allora si registravano i dischi più famosi dell’epoca, il Castello era di proprietà di un socio di mio zio”, ricorda Craxi, “L’ultima volta che ho sentito Lucio nella mia vita è stato 48 ore prima che morisse, quando andò in Svizzera. Ho passato con lui lunghi periodi, vacanze, giornate, serate. Ho suonato con lui. Una delle persone più importanti e decisive che ho incontrato nella mia vita”. Nella lunga intervista anche un ricordo dell’incontro con l’ex presidente del Consiglio Bettino Craxi. “Fui io che presentai Lucio a mio padre che aveva grande rispetto per Lucio e per la sua arte”, ha ricordato Bobo Craxi, “Mio padre conosceva i suoi orientamenti politici e quindi mai avrebbe chiesto di fare qualcosa per il Partito o altro, proprio per questo l’amicizia si consolidò. C’era un rapporto libero come libero dovrebbe sempre essere il rapporto tra la politica e l’arte. Ci deve sempre essere un modo per un artista, per un intellettuale di non contaminarsi al punto da non rimanere libero. Certamente Lucio era di sinistra, certamente partecipò con amicizia anche alle vicende e dal rovescio di cui siamo stati vittime. In quel periodo Dalla scrisse un pezzo nel disco Henna che si chiama Latin Lover e confessò a mio padre che avrebbe voluto chiamare Craxi proprio perché narra la storia di una sconfitta, però è la storia romantica di una sconfitta”.