Con “Nato nel Medioevo” il pop italiano dimostra di avere ancora protagonisti ricchi di talento!
Per la prima volta ho provato a ribaltare le dinamiche, prima l’intervista per incuriosire ed ora la recensione del disco per raccontare la musica. E mi sono divertito!
Luca Ploia, dopo l’esordio “Bellissimo” del 2016, torna a regalarci le sue emozioni, a cantare l’amore con il suo gusto antico, innamorato della musica leggera ed ispirato a notti passate ad ascoltare il Festival di Sanremo, con fare di un “Cortigiano dell’amor cortese. Cantautore dal Medioevo”, come ama definirsi.
Un artista che ricorda, per dare dei riferimenti, Ron, i Pooh, Marco Masini e il bravo e dimenticato Gianni Togni, quindi cantori d’amore, con parti strumentali importanti. Ed infatti i musicisti che accompagnano il nostro, dispiegano talento in ogni traccia.
Il titolo del primo brano, “La felicità è una questione di spazio” dice molto del bresciano Luca Ploia, che ci regala un album sincero, diretto, ma elaborato, che con otto brani originali, con cui dimostra come la musica pop italiana sia ancora in grado di regalare belle sensazioni.
C’è un gusto estetico che incanta nelle melodie di “Il mio grido per te”, “Buongiorno amore”, e nei rintocchi di pianoforte alla Billy Joel di “Nel sonno profondo”, lenta e profonda ballata.
Mentre in “Un fottuto egoista” il ritmo ti costringe a battere il piede, con un testo che segue l’andatura da rock danzante, che sfocia in un ritornello irresistibile.
Ma la traccia migliore è, a mio avviso, “Proibito svanire”, impreziosita dalla voce calda e sicura di Stefania Martin, che duetta con Luca. I due insieme ci avvolgono con meravigliosi impasti melodici, che disegnano un brano stupendo. Molto belle anche la delicata “E’ bello incontrarti” e il pop blues di “Ma quanto mi fa male”.
Alla fine delle nove tracce, l’ultima è una cover credibile di “Storie di tutti i giorni” di Riccardo Fogli, “Nato nel Medioevo” convince in tutto: scrittura, arrangiamenti e produzione, con le canzoni che funzionano e durano anche dopo ripetuti ascolti, anzi acquistano bellezza nel tempo.
Luca Ploia dimostra così di rendere il giusto omaggio a quella musica pop rock italiana che dice di amare!