Il disco della maturità
Con una lunga storia che attraversa il nuovo millennio, i romani Zephiro dal debutto del 2006 ad oggi, con una line up che si è assestata definitivamente sei anni dopo, non hanno mai smesso di portare in giro la loro musica (oltre 300 concerti, arrivando anche in Giappone), rievocando quella new wave che tanto ha dato alla musica italiana degli anni ’80.
Tuttavia questo nuovo lavoro “Baikonur”, il secondo sulla lunga distanza, che si somma a vari ep e singoli, dimostra che il trio ha delineato uno stile meno derivativo, che sa guardare ai primi Litfiba, ma anche a tocchi più elettronici alla Subsonica, senza disperdere echi di U2 e dei mai troppo lodati Snow Patrol, per un’attitudine pop che incanta, costruita anche intorno a testi emotivi e profondi..
Nove brani che si snodato eleganti, con tocchi regali, una chitarra che scivola sulle melodie, la voce del bassista Claudio Desideri che si impone con classe, senza mai urlare, alimentando un senso di solida raffinatezza.
Il singolo “Cosmorandagio”, accompagnato da un bel videoclip animato, è solo un tassello di una scaletta che non mostra passi falsi, con “Crisalide”, “La Colpa” e “Berlinauta”, che alimentano il senso di stupore e bellezza, per non dire del gusto estetico di “Fino alla fine” che rievoca i Simple Minds.
Ma che gli Zephiro abbiano qualcosa in più, lo dimostrano anche con la conclusiva “Di Nostalgia”, condivisa con un ospite prestigioso, quel Miro Sassolini, primo cantante dei Diaframma e poi solista. Un brano soffuso, che cresce.
Il 2022 non poteva iniziare meglio per la musica rock italiana.
Claudio Todesco: chitarra, kaoss pad, cori // Claudio Desideri: voce, basso // Leonardo Sentinelli: batteria