La quarta serata dedicata alle cover è stata vinta da Gianni Morandi e Jovanotti che hanno presentato un medley dei loro grandi successi, da segnalare la partecipazione di Vinicio Capossela e Mauro Pagani con Giovanni Truppi sul brano di De André e di Loredana Berté con Achille Lauro.
Venerdì 4 febbraio, la quarta serata del Festival di Sanremo 2022, è stata la serata dedicata alle cover, le canzoni scelte potevano essere italiane o internazionali e degli anni ’60, ’70, ’80 e ’90. Per quanto mi riguarda era la serata più attesa perché dopo tre serate dedicate (più o meno distrattamente) ad ascoltare i brani originali (che quest’anno non mi hanno entusiasmato, a parte rare eccezioni) ero curioso di vedere i concorrenti alle prese con i grandi classici della canzone italiana e internazionale, confidando che ci sarebbero state delle sorprese. La prima ad esibirsi è Noemi che canta da sola al piano “(You make me feel like) A natural woman” (una grande canzone soul scritta da Carole King e Gerry Goffin per Aretha Franklin), nessun duetto, se la cava bene anche se ha una voce bianca e non nera (7).
C’era grande attesa per Giovanni Truppi (il mio preferito di quest’anno in gara con la sua “Tuo padre, mia madre, Lucia“) che si presenta accompagnato da Vinicio Capossela e a sorpresa anche da Mauro Pagani per eseguire “Nella mia ora di libertà” di Fabrizio De André (da “Storia di un impiegato“, brano di De André, Bentivoglio e Piovani). Inizia Truppi con il suo pianoforte segato, Vinicio poi attacca la seconda strofa alla chitarra, Pagani si unisce dopo all’armonica. Da segnalare in particolare le frasi “Certo bisogna farne di strada…per diventare così coglioni da non capire che non esistono poteri buoni” e “Per quanto noi ci crediamo assolti siamo per sempre coinvolti” (9 alla canzone e al coraggio di cantare un testo simile su un palco come quello di Sanremo, 7 all’interpretazione, forse al di sotto delle enormi aspettative, ma il Festival di Sanremo per 5 minuti è sembrato il Premio Tenco).
Entra la co-presentatrice della serata Maria Chiara Giannetta (attrice conosciuta per la serie “Blanca”), certo dopo Drusilla Foer è difficile per tutte presentare, all’inizio va troppo veloce e Amadeus la frena. Yuman si presenta accompagnato dalla grande pianista jazz Rita Marcotulli per cantare “My way” (celeberrima canzone francese tradotta da Paul Anka e cantata in inglese da Frank Sinatra), ma non sembra all’altezza di questo brano troppo impegnativo (5).
Le Vibrazioni con Sophie (& the Giants) e la “rockstar” Peppe Vessicchio al pianoforte (dirige il maestro Attura) si cimentano in “Live and let die” (di Paul e Linda McCartney) cantata anche dai Guns’n’Roses, in una versione rock abbastanza convincente e fedele all’originale (7).
Sangiovanni canta con Fiorella Mannoia “A muso duro” (il più grande successo di Pierangelo Bertoli), il duetto funziona abbastanza e convince soprattutto per merito della Mannoia (7). Emma si presenta accompagnata da Francesca Michielin per cantare “Baby one more time” (mega hit di Britney Spears) in una versione che parte molto lenta piano e voce, poi c’è un crescendo, Emma si è vestita e truccata come Britney e alla fine dice pure “It’s Britney, bitch!” (7).
Gianni Morandi viene accompagnato un po’ a sorpresa ma non troppo viste le recenti collaborazioni (il duetto è stato annunciato la sera stessa) da Jovanotti insieme in un medley che comprendeva “Occhi di ragazza“, “Un mondo d’amore“, “Ragazzo fortunato” e “Penso positivo“, l’idea di cantare canzoni proprie (almeno per Jovanotti) è abbastanza di cattivo gusto ma alla fine è tutta Siae (6). Elisa con la ballerina Elena D’Amario canta “What a feeling” dal film “Flashdance” (il brano vinse l’Oscar per la miglior canzone e porta la firma anche di Giorgio Moroder che ha mandato un video da Los Angeles), grande performance vocale di Elisa (8). Achille Lauro si presenta con Loredana Berté per duettare nella storica “Sei bellissima” (Daiano, Felisatti), voto Lory (8 al brano e alla carriera), Lauro (6) solo perché alla fine si inginocchia, legge una lettera a lei dedicata e chiede scusa a nome di tutti gli uomini (altrimenti la performance era 4).
Siparietto con la Giannetta e il comico Lastrico sui titoli delle canzoni “dialogo tra due innamorati”, poi parte “Pedro” della Carrà. Dopo la pausa Matteo Romano con Malika Ayane cantano “Your song” di Elton John, lui prima al piano con una voce esile, lei risponde con una voce decisamente migliore, nel complesso se la cavano (7).
Irama canta “La mia storia tra le dita” con Gianluca Grignani che sale sul palco un po’ imbolsito in versione Axl Rose (“sei una rockstar” gli dice Irama), poi vanno entrambi in mezzo al pubblico (6,5).
Rettore e Ditonellapiaga cantano “Nessuno mi può giudicare” (brano portato al successo da Caterina Caselli), brave, da apprezzare che la cantautrice Rettore non canta se stessa ma una collega (8).
Iva Zanicchi fa un omaggio alla collega Milva (scomparsa lo scorso anno) con “Canzone“, standing ovation per Milva (7). Ana Mena e Rocco Hunt si cimentano in un medley che comprende “Il mondo” (Jimmy Fontana), “Figli delle stelle” (Alan Sorrenti), “Se mi lasci non vale” (Iglesias), lei è bella ma non ha voce, lui canta su “Figli delle stelle” in versione rap improvvisando sopra un nuovo testo che parla di mascherine e poi insieme cantano Iglesias (5).
Un collettivo formato da La Rappresentante di Lista, Cosmo, Margherita Vicario e Ginevra cantano “Be my baby” delle Ronettes (Phil Spector), il pezzo è strepitoso e lo trasformano in una versione alla Chemical Brothers (8).
La strana coppia formata da Massimo Ranieri e Nek si cimenta in una celebre canzone di Pino Daniele “Anna verrà” dedicata ad Anna Magnani, non sono male ma un filino retorici al contrario di Pino (6). Torna ancora Jovanotti, è il festival degli amici di Dj Television con Fiorello e Amadeus, salutano Cecchetto, “i ragazzi di via Massena”, con Gerry Scotti, Baldini, Savino, 883, ecc. degli “scappati di casa” come li definisce lo stesso Jovanotti, che li paragona ai ragazzi di via Panisperna e addirittura Amedeo Sebastiani in arte Amadeus ad Amedeo Modigliani. Lo fanno persino disegnare su un banco di scuola, il tema è “Il mio Sanremo” con la musica del “Pinocchio” di Carpi in sottofondo ma Ama è davvero negato, ha ragione Checco Zalone quando dice che “Amadeus ci fa sentire tutti dei geni”. Jovanotti parla di poesia e recita una bella poesia di Mariangela Gualtieri “Bello mondo” (un ringraziamento in stile San Francesco alla bellezza del creato), poi canta “Che sarà” (famoso brano cantato da José Feliciano e Ricchi e Poveri). Segue uno spot marchettone al prossimo tour di Jovanotti con “Il più grande spettacolo dopo il big bang”.
Subito dopo “l’inchino a Sanremo della Costa Orietta Berti” (la battuta è di un collega di Repubblica), la Orietta nazionale e Rovazzi collegati dalla nave di crociera presentano i Pinguini Tattici Nucleari con “Ringo Starr” (un gruppo di simpatici boy scout orgogliosi di essere Ringo in un mondo di John e di Paul).
“Come può uno scoglio arginare il mare?” si chiedeva Battisti in “Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi“, stasera la canta da solo Michele Bravi, in una versione quasi horror sussurrata con un filo di voce (6), e poi dicono che Battisti cantava male, ma è difficilissimo cantarlo bene.
Mahmood e Blanco (vincitori annunciati) cantano “Il cielo in una stanza” (di Gino Paoli), parte Blanco e poi lo segue Mahmood con il suo tipico timbro vocale che sembra quasi un autotune, impeccabili (7). Rkomi si presenta a torso nudo con i grandiosi Calibro 35 (uno dei migliori gruppi italiani) in un medley di Vasco Rossi degli anni ’80: “Fegato spappolato” (con la frase molto attuale di questi tempi “Ormai ci sono abituato, sono vaccinato, sono controllato”), “Deviazioni” e “Cosa succede in città“, con Enrico Gabrielli al flauto traverso, Fabio Rondanini alla batteria e Massimo Martellotta alla chitarra, sul palco ci sono anche Luca Cavina e Tommaso Colliva (7), alla fine Rkomi e Amadeus fanno perfino le flessioni.
Maria Chiara Giannetta chiede al pubblico in sala e a casa di chiudere gli occhi per immedesimarsi nelle vite dei non vedenti (i 4 “guardiani” protagonisti della miniserie “Blanca” che porta con lei sul palco), la colonna sonora della serie è degli stessi Calibro 35, che proprio stasera sono presenti al Festival.
Aka 7even con Arisa cantano “Cambiare” di Alex Baroni, brano difficile da interpretare, ma i due se la cavano bene (7), spot finale per “Il cantante mascherato” su Rai1 che Arisa si poteva risparmiare. “Mi sono innamorato di te” di Tenco viene cantata da Highsnob & Hu con Mr. Rain, loro ricordano molto i Coma Cose, ma Tenco rifatto in chiave rap è ancora moderno, alla faccia dei puristi (7).
Lino Guanciale si cimenta in “A Hard Day’s Night” dei Beatles e Amadeus gli fa gli auguri per la nascita del piccolo Pietro che ha 3 mesi, parla di “Noi” serie su Rai1, adattamento italiano di “This is us”.
Dargen D’Amico vestito a scacchi canta da solo “La bambola” di Patty Pravo, peccato non abbia chiamato “la Divina” a duettare con lui, forse ci avrà anche provato ma lei non avrà accettato, si sa che non ama molto questi revival dell’epoca del Piper, alla fine dell’esibizione Dargen si permette pure un commento sulle “cialtronate di votazioni per il Presidente della Repubblica” (5).
Giusy Ferreri canta “Io vivrò (senza te)” di Battisti-Mogol, con Andy dei Bluvertigo alle tastiere e al sax sul finale, molto bowiano (7). Rientra la Giannetta vestita di rosa confetto che rievoca l’incontro dei suoi nonni con “Sei bellissima” di Loredana Berté a fare da colonna sonora.
Fabrizio Moro canta “Uomini soli” dei Pooh con un omaggio al batterista scomparso Stefano D’Orazio che faceva anche una parte cantata nel brano, la canzone non è molto adatta alla sua voce roca ma vi consiglio lo stesso il film “Ghiaccio” da lui diretto con Alessio De Leonardis in uscita il 7 gennaio al cinema (8 al film, 5 a Moro interprete dei Pooh). Tananai con Rosa Chemical cantano “A far l’amore comincia tu“, classico della Carrà riportato in auge da Sorrentino con il film “La grande bellezza” (citato dal rapper Rosa) e remixato pure da Bob Sinclar, versione dimenticabile con tanto di linguaggio “parental advisory” (5).
Stop al televoto in attesa della classifica generale, ma prima si balla la dance anni ’70, ’80 e ’90 con il Dj Massimo Alberti: “Le Freak“, “September“, “Don’t take my eyes off you“, “Video killed the radio star“, “Pump up the volume” e “The rythm of the night“, alla fine Amadeus saluta il Dj Gigi D’Agostino che sta passando un brutto momento. I primi 3 classificati della quarta serata per le 3 giurie (pubblico da casa, sala stampa, demoscopica 1000) sono dal basso in alto: 3)Elisa 2) Mahmood & Blanco 1) Morandi e Jovanotti (premiati da Toti), che alla fine ricantano tutto il medley con Mousse T che nel frattempo se n’era andato.
La classifica generale vede nei primi 10 posti in ordine crescente: 10) Bravi, 9) Moro, 8) Ranieri, 7) La Rappresentante di Lista, 6) Emma, 5) Sangiovanni, 4) Irama, 3) Elisa 2) Morandi 1) Mahmood-Blanco.