Ovviamente chi potevamo intervistare se non Rolando Giambelli, il fondatore dello storico club Beatlesiani d’Italia Associati? Frequentatore della Sala Stampa del Teatro Ariston (quando era possibile frequentarla e viverla per 24 ore quotidiane e per diversi giorni), siamo riusciti a bloccarlo ed a farci raccontare i retroscena che legano il Festival di Sanremo al gruppo rock più famoso.
Sul palco del Festival di Sanremo quali dei Beatles sono passati? E quando? Nel 1988 Sanremo ospitò Paul McCartney, bassista dei Beatles, presentato da Miguel Bosè e Gabriella Carlucci che cantò “Once upon a long ago” e “Listen to What the man said”. Sempre in quella serata del festival, ma separato da Paul, George Harrison cantò invece al Palarock, presentato da Carlo Massarini interpretando in un video magistrale: “When We Was Fab”!…
Ricordo poi che anche voi beatlesiani a Sanremo avete organizzato qualcosa importante… A Sanremo, nel corso di vari decenni, abbiamo organizzato tanti eventi nel periodo del Festival anche con la collaborazione dell’indimenticabile Pepi Morgia tra i quali ricordo: Il Beatles Day al Palafiori, Il The Beatles Bands Festival “On the Road”nel 2005, il concerto al Teatro della Federazione Operaia, nell’ambito di Sanremoff 2011; e poi Beatles VS Rolling Stones sul grande palco di Piazza Colombo, Le mostre iconografiche Beatlesiane al Casino, e al Teatro Ariston, e tanto ancora. Nell’estate 2015 e 2016 con tanti artisti, band ed ospiti speciali, organizzammo due indimenticabili edizioni del Sanremo Beatles Summer Festival sul mitico palco del Teatro Ariston, per le quali abbiamo anche una fantastica documentazione fotografica e giornalistica. Speriamo quindi di poter proporre presto una terza edizione, proprio per sottolineare quanto anche la musica dei Beatles abbia influenzato quella italiana e sotto molti aspetti, anche viceversa…
Ci puoi dire qualcosa al riguardo? Tantissimi cantanti italiani che hanno partecipato con successo al Festival di Sanremo dopo il 1963, l’anno della comparsa dei Fab Four nel nostro Paese, sono sicuramente “beatlesiani” anche per aver tratto qualche ispirazione dai Beatles per la loro brillante carriera artistica e molti di essi, con mia grande gioia, hanno pure la nostra tessera e si lasciano coinvolgere spesso e volentieri nelle nostre iniziative musicali. Cito con piacere, Fausto Leali che iniziò la sua carriera interpretando per primo i Beatles in italiano e imparando a suonare la chitarra ascoltando i loro dischi. E voglio ricordare così tantissimi altri fab amici come Omar Pedrini, Max Gazzè, Daniele Silvestri, Francesco Renga, Alberto Fortis, Alex Britti, Elisa, Riccardo Baffoni, Peppino di Capri, Gianni Morandi, Ricky Gianco, Dino, i Camaleonti, I Ribelli, Patty Pravo, Enrico Ruggeri, Ivan Graziani… i cantanti “storici” Adriano Celentano, Tony Dallara, Bobby Solo, Riccardo Fogli, Mino Reitano, Mina, I Nuovi Angeli, Iva Zanicchi Luca Barbarossa … anche Claudio Villa interpretò Yesterday a modo suo. Per non parlare dei gruppi che certamente si sono ispirati ai Beatles come i New Dada, i Pooh, I Camaleonti, Little Tony, L’Equipe 84, i Dik Dik, I Pinguini Tattici Nucleari, Morgan, Bugo e i recentissimi vincitori Manneskin ecc. ecc. ed infine anche Amadeus… presentatore e beatlesiano d.o.c.!
Ma non ci scordiamo l’aspetto discografico …Alcuni anni fa è stata creata, anche con il nostro contributo, da Vincenzo Mollica (nostro fab beatlesiano), una compilation che raccoglieva tutti questi brani su un cd Polygram “Gli Italiani cantano i Beatles” ora molto ricercato dai fans. E ancora, udite, udite!!! Anche l’Italia ha dato un grande contributo ai Beatles! Pochi sanno che negli anni ’50 il nostro Marino Marini, l’autore di canzoni immortali come “La Più bella del Mondo” o “Marina”, ispirò ad un giovanissimo Paul McCartney l’idea di formare un gruppo di quattro musicisti! Il fatto avvenne durante la tournèe inglese di Marino Marini con il suo quartetto in concerto al Teatro Empire di Liverpool. Paul vi si era recato accompagnato dal papà James e nella sua mente scoccò la scintilla che lo porterà ad incontrare John Lennon. Un fatto che qualche anno più tardi diverrà il più grande fenomeno musicale di tutti i tempi. Di Marino Marini, Paul ne parla con gratitudine nella sua introduzione al celebre libro di Mark Lewisohn sui Beatles a Abbey Road. Ad Amburgo nei primi anni ’60 i Beatles andavano ad ascoltare anche Mino Reitano, Augusto Righetti, Santino Rocchetti e tanti altri. E poi non si può dimenticare che, come ho già detto, due Beatles: Paul McCartney e George Harrison sono stati ospiti al Festival di Sanremo! Oh yeah!
Il tuo rapporto personale con il Festival di Sanremo? A parte gli innumerevoli eventi beatlesiani che abbiamo promosso ed organizzato a Sanremo, soprattutto in concomitanza con il Festival, … partecipo attivamente come giornalista/ fotografo, al Festival di Sanremo da oltre 40 anni; prima come inviato del Giornale di Brescia, poi come direttore del nostro notiziario e tuttora, seguendone ininterrottamente le fasi fino al 2020 dalla Sala Stampa dell’Ariston oppure intervistando e fotografando i cantanti per strada e fin dentro gli alberghi di Sanremo e poi, dal 2021 a causa del Covid, e ancora adesso, da remoto a casa…Sigh! Non potrò neppure andare a salutare Le Vibrazioni che porteranno al Festival una cover dei Beatles, come facemmo invece nel 2020 quando sostenemmo i Pinguini Tattici Nucleari che avevano proposto il brano RINGO STARR!! Come “beatlesiani” nel 2016 portammo fortuna anche agli Stadio e al “fab” Gaetano Curreri che incontrammo in Piazza Colombo e intervistammo con Federico l’Olandese Volante in radio,dandogli la spilletta dei Beatles che indossò sul palco dell’Ariston, vincendo quel Festival con il brano “Un giorno mi dirai”. Per un altro fatto inaspettato, sempre durante quell’edizione, portammo fortuna anche alla “nuova proposta” Francesco Gabbani che vinse con “Amen” e nel 2017 all’indomani della sua travolgente vittoria con Occidentali’s Karma, davanti a Fiorella Mannoia, parlammo del Festival di Sanremo e di lui, che ora è nostro beatlesiano d.o.c., perfino da San Francisco, in collegamento diretto dall’Istituto Italiano di Cultura, con il M° Vince Tempera ed il conduttore e autore RAI, Mario Pezzolla.