La carriera del compositore James Horner ha incrociato quella di Umberto Eco nel film “Il nome della rosa”. La pellicola diretta da Jean Jeaques Anneaud ci riporta ad un altro film ambientato in un crudo medioevo: “Braveheart” di Mel Gibson. E guarda caso anche questo lungometraggio ha avuto l’accompagnamento musicale di James Horner.
Volendo essere proprio precisi, non possiamo dimenticarci di “Willow” questa volta è un medioevo fiabesco ad essere evocato, sempre con le musiche incantevoli e potentemente epiche di Horner. Ma l’apice della carriera il compositore l’ha raggiunta con un regista votato alla fantascienza James Cameron, che per l’occasione si è misurato con “La” tragedia storica, non del medioevo, ma dei primi del ‘900: “Titanic”. James Horner deve molto a Spielberg, che lo ha coinvolto nella Amblin, sua casa di produzione di cartoni animati. E così Horner ha musicato tanti capolavori che hanno accompagnato la nostra infanzia: “Fievel sbarca in America”, “Fievel conquista il West”, “Alla ricerca della valle incantata” (dell’animatore Don Bluth che ha inventato il mitico videogioco “Dragon’s Layer”) fino ad arrivare allo strappalacrime “Balto” (primo film della casa di produzione “Dreamworks”). Restando in tema cartoni e fumetti, non possiamo dimenticare le diverse collaborazioni con il regista Joe Johnston, che prima di arrivare a dirigere il seminale “Capitan America: il primo Vendicatore” (che spalancherà le porte dell’universo Marvel) ha filmato dei cult come: “Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi”, “Le avventure di Rocketeer” e “Jumanji” tutti con il tocco brioso e sinfonico di Horner. Insomma James Horner, che purtroppo è venuto a mancare troppo presto (nel 2015, in seguito a un incidente aereo, ndc), è riuscito a passare attraverso diversi mondi dal cinecomics al cartoon, fino al film storico, restando sempre riconoscibile e lasciando la sua impronta inconfondible nella storia del cinema.
(a cura di Jean-Pierre Colella)