“Autrement” è il nuovo album di Nicolò Piccinni & Gli Internauti, pubblicato dall’etichetta indipendente torinese Indiependence. Nicolò Piccinni è un cantautore, produttore e attore torinese che ha studiato canto e basso elettrico. Laureato in cinema e Nuovi Media, Piccinni partecipa a numerosi cortometraggi e webseries in veste di attore e compositore e mette in scena “Storia di Alfiero”, mediometraggio sperimentale presentato al Piemonte Movie e allo Sputnik di Berlino. Nonostante i suoi 31 anni, Nicolò ha vissuto e vive una vita all’insegna della musica e dell’arte nelle sue molteplici forme e espressioni. “Autrement” è un disco breve. Il titolo dell’album prende spunto da una leggenda popolare che vede protagonista Niccolò Piccinni, omonimo compositore del cantautore torinese, vissuto nella seconda metà del XVIII secolo.
Il celebre compositore Niccolò Piccinni, trasferitosi a Parigi dove portava avanti con successo la propria carriera musicale, faceva di tanto in tanto ritorno nella sua terra natale, Bari. Le sue visite erano sempre accompagnate, pare, da diverse cortigiane francesi, attirando le attenzioni dei giovani baresi che accoglievano l’arrivo dell’illustre concittadino con grande passione. La leggenda racconta che in una delle sue visite Piccinni giunse inaspettatamente solo. I giovani baresi non vedendo la consueta presenza femminile, si rivolsero al Maestro per chiedere cosa potessero fare in mancanza delle ragazze parigine. Si narra che Piccinni li guardò e, scuotendo appena le spalle, disse: “Autrement”. I giovani, non conoscendo la lingua francese, si guardarono perplessi e ripeterono il suono della parola, tradussero erroneamente il termine in “tremone” (termine barese che ha tra i suoi significati masturbazione) intendendolo come l’atto autoerotico della masturbazione. Al di là della leggenda, che di storico ha ben poco, e della componente goliardica dell’episodio, ciò che più appare interessante è la parola originaria usata dal Maestro Piccinni. “Autrement”, che significa “In un altro modo”, nel suo senso più profondo e inclusivo apre a diverse interpretazioni. Fare le cose in un altro modo significa cambiare punto di vista, come per esperienza abbiamo vissuto e viviamo in tempi di pandemia, per i rapporti umani, per l’ambiente e la natura, per lo scorrere del tempo, per andare oltre gli stereotipi e le discriminazioni. Questo è il filo rosso che lega tutte le canzoni dell’album del cantautore torinese Nicolò Piccinni. La possibilità di fare le cose in un altro modo: autrement. Sette canzoni che esplorano “un altro modo” di guardare il mondo, provando a mettersi nei panni delle altre persone, allenando la propria sensibilità. La tracklist di “Autrement” apre con “La traccia di un cerchio”. Il brano racconta del tempo che passa inesorabile e condiziona l’ambiente e gli esseri viventi. Ricordi, certezze, bisogni subiscono l’incedere del tempo e del suo andamento ciclico che ricorda la forma di un cerchio che nel suo ritorno trova il senso. La base musicale esprime il medesimo concetto: dopo il synth cronometrico entra la batteria a scandire i quarti; il basso anticipa l’esplosione di dinamica arricchita dalla chitarra elettrica mentre il ritorno del synth chiude definitivamente il pezzo.
La libertà di poter creare legami a prescindere dal sesso, dall’orientamento sessuale e dall’etnia la troviamo nella seconda traccia “L’autocarro”, una ballata in maggiore che sembra aleggiare su strade polverose sudamericane, con un accompagnamento musicale dal sapore classico tra Buona Vista Social Club e Ivan Graziani. “Un dono puro” è la traccia numero tre ed il singolo che ha anticipato l’uscita dell’album. Il brano esplora le diverse visioni del mondo. Il “dono puro”, di cui parla Piccinni nel testo, è una situazione non voluta che ci accompagna fin dalla nascita e pone alcune persone in una posizione di privilegio rispetto alle altre. Dove si nasce e in quale corpo è una delle tante combinazioni che determinano la posizione dell’individuo nella società. Da questo possono scaturire un’infinità di avvenimenti che sono direttamente o indirettamente collegati a queste combinazioni. Alcune persone, ad esempio, sono vittime di violenza, e in alcuni casi vengono uccise a causa del colore della loro pelle, del sesso o dell’orientamento sessuale, anche se queste caratteristiche non dipendono da nostre scelte. Purtroppo nella nostra società è molto diffusa l’abitudine a disinteressarsi ai problemi altrui e questo alimenta distanza e insensibilità nei confronti del prossimo. Chi vive situazioni di privilegio dovrebbe sempre fare qualcosa per le persone che, per ragioni diverse, sono oppresse o discriminate perchè anche se il dono puro (il privilegio) non è il frutto di una scelta il suo utilizzo lo è sempre. Piccinni e gli Internauti hanno scelto, per questo brano, un arrangiamento dove il reparto ritmico ricopre un ruolo primario.
In “M49” Piccinni affronta il tema della salvaguardia dell’ambiente e degli animali. M49 è infatti il codice dato ad un orso che, nel luglio 2019, scappò dal centro faunistico di Castellar a Trento. L’esemplare, considerato un soggetto problematico, uscito dal letargo ha perscorso una notevole distanza tornando nella propria zona di origine. Dopo essere stato catturato è riuscito a scappare una seconda volta e per questo è stato sottoposto a castrazione chimica. La canzone è una critica verso il tentativo, da parte dell’uomo, di umanizzare gli animali fino a dimenticare la loro natura primordiale e libera. Melodia sommessa che a tratti si libera in slanci più alti trae ispirazione dalle canzoni cantautorali di fine anni ’70, fra tutti Lucio Dalla e Francesco De Gregori. Lo sviluppo armónico invece è un omaggio al cantautore pinerolese Giovanni Ruffino. Per accentuare il mondo sonoro di riferimento la canzone è l’unica ad essere masterizzata in mono. Amori tossici e violenza domestica sono i temi di “Le cinque tasche”, quinta traccia. Una ballata d’amore condotta da un tema di chitarra acustica in loop. Tre accordi accompagnano il finale strumentale, di liberazione, con l’ingresso di basso e batteria.
“Ultima notte al Valentino” racconta dell’ultima notte di un tossicodipendente passata al parco del Valentino di Torino. Una delle poche canzoni ad avere una struttura composta da strofe, ritornelli e bridge. Nonostante il tema piuttosto serio il testo della canzone presenta dei momenti ironici dai quali si evince la consapevolezza del protagonista. Con l’ultimo verso Piccinni invita l’ascoltatore a guardare con gli occhi di chi racconta. Acid surf e riff ostinati di chitarra elettriche e basso il brano si distingue dalle ballate precedenti. La stessa lead vocal è composta dal sovrapporsi di due voci, quella di Piccinni e di Errico Canta Male, che ricreano lo stato febbrile e incalzante della linea melodica. “Briciola”, brano che chiude la tracklist dell’album, racconta di solitudini e di come, in alcuni casi, possano trasformarsi in ponti che uniscono le persone ma è necessario essere sensibili ed empatici. La musica affonda le sue radici nella canzone popolare mentre l’ambientazione di sottofondo è il suono ripreso da Federico Bertaccini durante una passegggiata in un bosco. Tutti gli arrangiamenti sono curati da Gli Internauti, band di musicisti torinesi composta da: Francesco Cornaglia, Michael Pusceddu, Gabriele Prandi, Angelo “Errico Canta Male” Mossi e Federico Bertaccini. La maggior parte degli strumenti, compresa la voce in alcuni brani, è registrata in presa diretta in un’unica sessione, per creare una genuinità dell’impasto sonoro di ispirazione low-fi.