Dal suono del suo sax escono fuori fraseggi e melodie che restano impresse nella mente. Non è un rivoluzionario e, come lui stesso ammette, non si considera un virtuoso, ma è lontano mille miglia dai musicisti-cloni che sovente si affacciano nel vasto panorama della musica strumentale. Sassofonista moderno e ricercato, carismatico performer, Jimmy Sax (all’anagrafe Jeremy Rolland), autore dei successi mondiali “No man no cry” (certificato Oro in Italia) e “Time”, con il suo sound vivo ed energico, riesce a travolgere chiunque lo ascolti, spaziando tra sonorità deep-house, funky ed electro.
Lo abbiamo incontrato all’Hotel Cavalieri Hilton di Roma alla vigilia della sua partecipazione al tradizionale “Concerto di Natale”, in onda, dall’Auditorium della Conciliazione, venerdì 24 dicembre, in prima serata su Canale 5. Quello che si vedrà in televisione sarà solo l’antipasto di un progetto ben più ampio, che parte dall’album di debutto “Jimmy” (Wonder Music / Warner Music) e approderà a tour al via a marzo e che vedrà l’artista francese esibirsi con la The Symphonic Dance Orchestra (25 elementi), diretta dal maestro Vincenzo Sorrentino. Un’occasione per ammirare dal vivo un grande performer , che sul palco dimostra come il sassofono sia a tutti gli effetti un’estensione del suo stesso corpo. A spiegare il progetto orchestrale è il manager Tony Ciotola, fautore dell’idea. “Da un impulso di Jimmy dissi che un modo per cercare maggiore qualità e far vivere l’esperienza al pubblico era quello di utilizzare un’orchestra. Io ho avuto la fortuna di conoscere per motivi legati al cinema il Maestro Sorrentino, che ha lavorato anche sulla colonna sonora de “L’Amica Geniale”. Sorrentino ha riarrangiato i suoi brani in chiave orchestrale. Ha fatto un lavoro meraviglioso. Questo format partirà a marzo dall’Italia per poi andare all’estero. Tra le altre cose ci sarà uno show al Teatro greco di Taormina”.
Quando è iniziata la tua passione per il sax?
Ho iniziato con il pianoforte a sette anni. Ma il pianoforte non faceva per me. Soprattutto gli esercizi di solfeggio. Era tutto molto didattico. A quel punto decisi di fermarmi. Poi un giorno rimasi colpito da un brano tratto dalla colonna sonora di “The Bodyguard”, film che stava vedendo mia sorella. C’era un solo di sax stupendo. Rimasi folgorato e dissi: “Ecco quello che voglio fare”. Sono stato poi fortunato perché mia madre è innamorata del sassofono e della musica, e quindi mi ha incoraggiato.
Sappiamo che sei un polistrumentista. Ma perché hai scelto il sassofono in particolare?
Si. Io amo la musica in generale. Il sax è la mia arma principale. Quando ho iniziato il sassofono era circoscritto più al jazz che ad altri stili. Mi sono reso conto che la visione del pubblico verso questo strumento non era popolare. Oggi invece c’è un grande interesse. La maggior parte dei sassofonisti sono sul pezzo tecnicamente: devono suonare il pezzo benissimo ed essere impeccabili. Del resto ci sono tantissime sfumature in questo strumento. Io invece mi sono sempre concentrare nel comporre un tema al sax che possa rimanere impresso nel pubblico.
Inevitabile chiederti quali sono stati i tuoi riferimenti artistici.
Sicuramente ho avuto vari riferimenti. Ho ascoltato tutti i grandi. A mio avviso, quello che apprezzo di più, è sicuramente Maceo Parker, che ha suonato con i più grandi e in particolare con James Brown. Penso per esempio al suo riff su “I Got You (I Feel Good). Oerò tecnicamente io non mi posso paragonare ai grandi di questo strumento. Non mi considero un virtuoso. Ci sono attualmente tanti musicisti molto più bravi di me. Il campionato in cui invece gioco è un altro: è quello di riuscire a fare qualcosa che rimanga agli altri. Per me il sax è come la chitarra elettrica. E’ quello che emette.
Tra i vari tipi di sassofoni, qual è il tuo preferito?
Io ho iniziato con il Sax Alto Tenore. Sicuramente è lui.
Parliamo invece di “Jimmy”, il tuo primo album. Nonostante sei in attività da diversi anni, solo ora hai deciso di fare un disco. Come mai?
Avevo già composto “Time” quando ho sentito la necessità di cristallizzare quanto fatto con qualche che rimanesse a tutti. Ora, non che c’era l’esigenza discografica di fare un disco, ma è sicuramente il modo di dire “Mettiamo insieme il percorso creativo”. In questo disco ci sono brani significativi per me, dove ho inserito anche rumori e suoni particolari, con il battito cardiaco del mio bambino e mia madre che fischietta.
Infine. Nel tuo repertorio affronti vari generi e stili. Come ti classifichi? Infine, dal vivo che sorprese ci saranno?
Non riesco a incasellarmi in uno stile determinato. Dalla musica che faccio emergono le mie varie anime. Per quanto riguarda il tour ci sarà sicuramente un ampio estratto dell’album “Jimmy”. Poi ci saranno alcune sorprese, legate in particolare alla musica da film. Ci sarà un omaggio ai grandi compositori che io amo come Ennio Morricone, Nino Rota, John Williams e tanti altri.