Un Gianni Schicchi che basta a sé stesso, quello diretto dal M° Isabella Ambrosini questa sera nel Teatro Studio Borgna dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, e di cui avevamo anticipato i dettagli in questo articolo. Nel giorno in cui si ricorda la morte di Giacomo Puccini, quasi a esorcizzare una data simbolo per i melomani, niente di meglio che passare una serata in compagnia delle sue note suonate dal vivo, con un godibile Gianni Schicchi in forma semiscenica rappresentato ottimamente. Una riprova del fatto che quando i cantanti, l’orchestra e la direzione sono all’altezza della situazione, l’opera basta a sé stessa. E il pubblico ha apprezzato questa scelta: gli applausi sul finire di “O mio babbino caro”, per voce di una deliziosa Viola Sofia Nisio – Lauretta, preceduti dal brusìo divertito all’ingresso dei personaggi (culminato con lo stupore per l’ingresso in scena di un Gianni Schicchi hippie) ne sono stato un segnale inequivocabile. La dizione chiara degli interpreti e la caratterizzazione dei personaggi sono state funzionali ad arrivare a un pubblico eterogeneo: in sala erano sicuramente presenti appassionati, ma anche persone digiune di opera. Proprio i commenti entusiasti ascoltati in sala dopo la rappresentazione hanno confermato questo successo. Una menzione speciale va ad Alessio Quaresima Escobar (Schicchi) e Chanyung Yoon (Rinuccio) per un’interpretazione davvero all’altezza. L’Orchestra Roma Sinfonica, poi, ha iniziato a deliziare il pubblico involontariamente già prima dell’ingresso in sala, quando nei corridoi dell’Auditorium i musicisti si sono lasciati andare a degli happening di “riscaldamento” che già introducevano a una serata di musica breve ma emozionante. Merito di Puccini e di tutti gli artisti che stasera lo hanno fatto vivere ancora una volta.