Triestino, ma con parenti anche a Firenze e sempre in ambito musicale: il fratello della nonna era con Carlo Schmidl nella società Schmidl & Soci Edizioni e Strumenti Musicali in Trieste, nella prima metà del XX secolo. Ma tra i collezionisti si ricorda che il suo avo Ettore Stanta (con Carlo Schimdl) risultava fabbricante e negoziante di pianoforti al numero 3 di Via del Corso a Firenze nel 1933. Dati storici questi che ci fanno capire l’humus su cui Giorgio Coslovich è cresciut o, anche se lui ama riconoscersi autodidatta in tutto e per tutto. Prima di pubblicare Oz, aveva dato alle stampe Winter Tales ed ha avuto il garbo di spedirmi entrambi i lavori per farmi meglio intuire le sua recente attività: ci troviamo di fronte ad un compositore a tutto tondo che pesca nella musica classica e che ama spingersi nel pop rock che ha contraddistinto la sua gioventù.
Ma per farvi comprendere come modestia e buon lignaggio vadano assieme, vi invito a collegarvi su YouTube dove potrete gustare 8 minuti di una sua composizione, magicamente interpretata e proposta con un filmato ben fatto e con l’utilizzo di diverse telecamere. La didascalia recita .. Oz (Ouverture from the homonymous symphonic poem) for strings orchestra, composed by Giorgio Coslovich (Trieste-Italy), performed on November 30th 2018 at Regent Hall in London. Catherine Pluygers conducting the “London New Strings” during the “New Music for Strings” concert (an appointment of London New Wind Festival & colleagues).
Orbene proprio dalla visione del filmato diventa palpabile l’originalità di Coslovich ed è da sottoscrivere in pieno l’affermazione che Oz rivela due anime compositive che convivino magicamente: quella prettamente classica con l’omonimo poema sinfonico (direttore Jacopo Brusa e orchesta con solisti dalla Scala di Milano, Fenice di Venezia, Regio di Parma,Arena di Verona e Cristina Nadal quale cello solista e voce) e poi quella contemporanea con ospiti internazionali come David Jackson e John Hackett, affiancati dalla pianista Rossella Fracaros. Oltre alla partecipazione a precedenti Bloomsday triestini, i suoi brani sono stati più volte eseguiti anche all’estero: a Londra ma anche in Usa e Canada grazie a Rai International. Un suo brano è stato inoltre scelto recentemente quale tributo allo scomparso pianista e compositore Coleridge in un “Memorial Concert” londinese. La mia curiosità è stata soddisfatta dall’ascolto di Oz, così come dal garbo con cui il compositore mi ha risposto: vi suggerisco pertanto di fare anche voi questa strada e di inoltrarvi nel mondo di Giorgio Coslovich, sempre che James Joyce sia tra i vostri scrittori del cuore e che dei Van der Graaf Generator avete almeno un disco con David Jackson, artista amato in Italia anche da altre band, come i napoletani Osanna di Lino Vairetti.
Giorgio Coslovich – Oz (GMP 20816)
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