Vogliamo aggiungere gli aggettivi fresca e frizzante accanto alla parola aria? Solo così potremo appieno comprendere il progetto discografico griffato Collettivo Casuale e firmato da Piero Filoni, Diana Rossi e Konrad. Proprio questo terzo musicista è quello che ha frequentato maggiormente la discografia italiana, passando da band giovanili come gli Hype ed i Radiolondra, toccando così con mano come si lavora ai massimi livelli, specialmente se gli studi sono i conclamati Officine Meccaniche e la direzione è di Mauro Pagani. Da strade diverse arrivano Piero Filoni e Diana Rossi, ma sincronicamente avviene l’incontro tra loro tre ed all’insegna della jam session e della voglia di stare assieme per sdrammatizzare l’aria pesante dovuta alle restrizioni per evitare la diffusione del maledetto virus. E’ conclamato il fatto che ogni musicista abbia una componente gitana e financo solitaria, ma quando si ritrovano si crea la magia, perché spesso le personali vibrazioni confluiscono in una unica onda sinuosa ed assai avvolgente.
Questo lo si percepisce nel 105esimo disco pubblicato dall’attiva etichetta abruzzese Music Force: alcuni brani di Aria accennano potenzialità radiofoniche (penso a Nessun reso previsto ed alla coinvolgente Going away), mentre altri sono sassolini minuscoli che puoi trovare in una scatola che tenevi da bambino in fondo al cassetto della tua scrivania. Non sono zaffiri preziosi, ma pietre di varia foggia e natura, ma che solo per te hanno il valore di perle! La scatola ovviamente che li contiene è riciclata e lo si intuisce dall’usura del metallo e dalla scritta ormai sbiadita: se ci infili il naso, puoi sentire del mentolo ed allora ti ricordi che forse conteneva le pastiglie che tua nonna ti aveva detto far bene per vincere il catarro. Sono ricordi ed azioni ancestrali che fanno bene al cuore, ma che sono favorite se ascolti la title track di questo disco: la mente si apre con le prime battute ed Aria entra a pieni polmoni e non ti resta che individuare Konrad che contributo ha dato, dato è palpabile l’apporto di Diana Rossi. Non resta poi che trovare nuovi aggettivi per ringraziare Piero Filoni ed il suo esserci costantemente. Il “virato seppia” conferisce al progetto grafico del cd quella patina leggermente nostalgica che non guasta: per dare una spinta al disco, hanno prodotto il videoclip del brano Fabrizio (regia di Piero Filoni) e la scelta mi sembra azzeccata. Anche se forse con Trema la pioggia si sarebbero potuto toccare altre emozioni, magari più intime e plausibili.
Tracklist di questo disco: Aria, Nessun reso previsto, L’io egemone, My little things, Giuly, Going away, Fabrizio, Trema la pioggia, Strade di luce, Un po’ di sole ancora.