Inaugura la stagione sinfonica di Santa Cecilia con la Sinfonia n.2 di Mahler diretta da Jakub Hrůša

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Giovedì 7 ottobre alle 19.30 (repliche l’8 alle 20.30 e il 9 alle 18) alla Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma Jakub Hrůša, Direttore Ospite Principale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dirige la Sinfonia n. 2 in do minoreResurrezione di Mahler in occasione dei concerti inaugurali della Stagione Sinfonica 2021-2022.

 Jakub Hrůša

«Se si crede, come io credo, che nessun altro compositore sia stato in grado di creare qualcosa di più alto e insieme spiritualmente profondo, la Seconda di Mahler è una sfida enorme per chi interpreta e per chi ascolta», afferma il nuovo Direttore Ospite Principale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia Jakub Hrůša, protagonista del concerto inaugurale della Stagione Sinfonica 2021- 2022 giovedì 7 ottobre alle ore 19.30 (repliche venerdì 8 ore 20.30 e sabato 9 ore 18) nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Il direttore ceco salirà sul podio dell’Orchestra e del Coro di Santa Cecilia – istruito da Piero Monti – con le voci soliste di Rachel Willis-Sørensen (soprano) e Wiebke Lehmkuhl (contralto) per dirigere una composizione simbolicamente foriera di speranza: la Sinfonia n. 2 in do minore “Resurrezione” di Gustav Mahler.

Direttore principale dei Bamberger Symphoniker e ospite nei cartelloni delle maggiori orchestre, come i Wiener e i Berliner Philharmoniker, la Chicago Symphony Orchestra, la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks e la Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam, Hrůša è tra i direttori più acclamati del momento, ed è ben noto al pubblico romano e alla critica musicale per le superbe interpretazioni nelle precedenti stagioni di concerti a Santa Cecilia. Inoltre, Hrůša è salito sul podio dell’Orchestra ceciliana il 1° giugno scorso in occasione del concerto tenutosi nei giardini del Quirinale per le celebrazioni del 75° anniversario della Repubblica Italiana alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

La Sinfonia n. 2 in do minore

Appena Mahler terminò la Prima Sinfonia, nel 1888, cominciò ad abbozzare una seconda partitura sinfonica la cui stesura, fra abbandoni e ripensamenti, lo avrebbe impegnato fino al 1894. Sono gli anni in cui Mahler viene acclamato come direttore d’orchestra, alla guida dei teatri di Budapest e Amburgo; ma la sua opera di compositore non viene parimenti apprezzata. I primi tre movimenti furono diretti dallo stesso Mahler nel 1895 a Berlino, con scarso successo mentre la prima esecuzione integrale, il 13 dicembre dell’anno seguente e sempre a Berlino, decretò un vero e proprio trionfo. Alcune indicazioni per l’interpretazione della sinfonia, ispirata allo schema “morte e trasfigurazione”, provengono da una lettera dell’autore all’amico Max Marschalk. Il primo movimento, intitolato Totenfeier (Rito funebre), comincia dove era terminata la Prima Sinfonia: è l’eroe del “Titano” che Mahler porta alla tomba. Coloro che lo amarono, chini sulla bara, vengono assaliti dal grande interrogativo: «Perché sei vissuto? Perché hai sofferto? È tutto questo solo un immane, atroce scherzo?». Ad esso segue un Andante concepito come un dolce ricordo che affiora quando si pensa a una persona cara scomparsa: «un raggio di sole, puro e senza ombre, uscito dalla vita di questo eroe». Con il vertiginoso Scherzo – che elabora il tema del Lied Des Antonius von Padua Fischpredigt (La predica ai pesci di sant’Antonio da Padova), tratto dalla raccolta di canti popolari curata da Arnim e Brentano Des Knaben Wunderhorn (Il corno magico del fanciullo) – si torna invece all’insensatezza del vivere, «un incubo spaventoso da cui scuotersi d’un tratto con un grido di raccapriccio». Nel quarto tempo la voce di contralto guida alla ricerca di Dio intonando il Lied Urlicht (Luce primordiale), anch’esso ricavato dal Wunderhorn. Infine, l’ultimo tempo – che incorpora l’intervento di coro, soprano e contralto sul testo dell’ode Auferstehung (Resurrezione) di Friedrich Klopstock – è inteso come una risposta alle domande esistenziali del primo. Qui Mahler non parla più solo del suo eroe, ma di tutta l’umanità, veicolando un messaggio di fede che nel bagliore accecante della luce passa dal Giudizio Universale alla Resurrezione di tutte le anime.

Jakub Hrůša – Concerto di giugno

Il secondo appuntamento che lo vedrà protagonista in questa stagione di concerti sarà a giugno (9, 10 e 11) per un concerto con l’Orchestra e il Coro dell’Accademia e un programma dedicato alla sua terra natia che impagina la Sinfonia n. 9 “Dal Nuovo Mondo” di Antonin Dvořák – ultima e celeberrima sinfonia del compositore boemo – e la Missa Glagolitica di Janáček, di rara esecuzione, ascoltata nella stagione sinfonica di Santa Cecilia l’ultima volta nel 1996. Il cast dei cantanti sarà composto da Kateřina Kněžíková, Jarmila Balážová, Richard Samek e Jozef Benci.

Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Jakub Hrůša direttore

Rachel Willis-Sørensen soprano

Wiebke Lehmkuhl contralto

Mahler

Sinfonia n. 2 “Resurrezione”

Info: www.santacecilia.it

Biglietti da € 19 a €52

Il concerto di giovedì sarà trasmesso in diretta su Rai Radio Tre e da Rai Cultura su Rai5 dalle ore 19.20

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