La vita, amico, è l’arte dell’incontro. Il titolo del noto album di Vinícius de Moraes, Giuseppe Ungaretti e Sergio Endrigo è probabilmente il più azzeccato per descrivere la bella cerimonia che sabato 24 luglio si è svolta a Formello. L’amministrazione del comune alle porte di Roma ha dedicato una piazza a uno dei suoi concittadini più illustri, ovvero il poeta, paroliere e autore televisivo Sergio Bardotti.
Bardotti, nato a Pavia il 14 febbraio del 1939 e scomparso a Roma l’11 aprile 2007, ha risieduto per tanti anni a Formello. L’iniziativa avviata dall’amministrazione comunale rappresenta la prima in ricordo del celebre artista che ha lanciato Lucio Dalla, ha prodotto innumerevoli artisti (come l’album “Non al denaro, non all’amore né al cielo” di Fabrizio De Andrè e “La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria” di Ornella Vanoni, Vinícius de Moraes e Toquinho), e che come paroliere ha scritto indimenticabili successi della musica italiana come “Canzone per te”, “Lontano dagli occhi”, “Ti lascerò”, “Piazza Grande”, “Occhi di ragazza”, “La casa in riva al mare”, “Amico è” e tantissime altre. Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti, tra gli altri, la moglie dell’autore Carmen Di Domenico, la figlia Wendy Bardotti, il vice sindaco di Formello, Cristiano Lancianese, la consigliera comunale con delega alla cultura, Patrizia Callarà, il giornalista e critico musicale Mauro Ronconi (curatore della manifestazione) e il conduttore di Radio Radio, Stefano Molinari, oltre tanti amici e artisti che hanno lavorato e conosciuto Bardotti, come il maestro Adriano Peppino, la stilista Raffaella Tirelli, il promoter discografico Giorgio Cipressi, il musicista e conduttore Angelo Martini, Dorina Giangrande, l’ex vice direttore del Giornale Radio Rai, Vittorio Argento, Davide Pascucci, il percussionista Rosario Jermano, il baritono Guglielmo Francese, il pittore Elvino Echeoni, Stelio Oddati e i cantautori Patrizio Maria e Marcondiro.
“Il comune di Formello è onorato di aver raggiunto questo obiettivo”, ha detto il vice sindaco Cristiano Lancianese, che ha portato il saluto del sindaco Gian Filippo Santi, “Sergio Bardotti è stato un nostro concittadino e siamo felici di poterlo onorare con l’intitolazione di questa piazza. Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato a questa iniziativa, Carmen e Wendy Bardotti, e la consigliera Patrizia Callarà, che si è spesa molto per questa intitolazione”. Visibilmente emozionata la moglie di Bardotti Carmen Di Domenico che ha sottolineato: “una piazza è il massimo che si può avere. Ora Sergio ha una piazza tutta sua. Sono commossa e mi piace immaginare che ora Sergio va al mercato a cercare cose nella piazza che porta il suo nome”. Intenso e coinvolgente il ricordo fatto dalla figlia Guendalina “Wendy” Bardotti “la gloriosa numero 5”, come amava presentarla il papà agli amici e ai colleghi di lavoro. Nel suo intervento ha ricordato momenti di vita quotidiana del grande maestro, tra vita in famiglia e lavoro, e spiegando che ora quella che è stata inaugurata sarà per lei sempre “Piazza Papà”. Un’opera dell’artista Elvino Echeoni, raffigurante l’immagine con cui Bardotti amava presentarsi e firmarsi, ha sottolineato ulteriormente l’unicità della giornata.
Sergio Bardotti è stato un personaggio che ha contribuito ad aprire alla musica italiana i confini della grande musica internazionale. Colto, curioso, preparato, grande coltivatore di amicizie, Bardotti è stato qualcosa di più di un grande autore di canzoni approdato, nell’ultima parte della carriera, a partire dalla metà degli anni ’80 alla televisione, dai programmi di Pippo Baudo, al festival di Sanremo, al concerto di Bologna di Bob Dylan di fronte a Papa Wojtyla e ai super varietà prodotti da Ballandi. Sergio Bardotti è stato una delle menti della prima generazione di cantautori anni ’60, con Endrigo, Paoli, Tenco, ha vissuto in prima fila il Beat italiano accanto ai Rokes e ai Primitives, ha tradotto canzoni italiane per Charles Aznavour e ha fatto scoprire la musica brasiliana al grande pubblico italiano quando, all’inizio degli anni ’70, ha lavorato con Vinicius De Moraes, Chico Buarque de Hollanda e Toquinho. Era nato nel 1939 a Pavia dove ha studiato pianoforte e si è laureato in lettere. All’inizio degli anni ’60, grazie all’amicizia con Gino Paoli, Luigi Tenco e Sergio Endrigo, comincia a lavorare alla Rca dirigendo la ARC, un’etichetta di nuovi talenti con la quale produce Rokes, Primitives, Michele, Dino e Lucio Dalla. In questo periodo collabora prevalentemente con Endrigo e Dalla. Per il primo scrive “Canzone per te” che vinse Sanremo nel ’68. Con Lucio Dalla invece lavora agli album “1999”, “Terra di Gaibola” e “Storie di casa mia” ma ha scritto anche il testo de “Il cielo” e “Piazza grande”.
Il suo nome è legato anche a “Concerto grosso”, l’album sinfonico dei New Trolls che è uno dei must del progressive italiano. Un altro dei grandi nomi della carriera di autore-produttore di Bardotti è Ornella Vanoni con la quale ha realizzato, tra gli altri “Ricetta di donna” e, soprattutto “Ornella e…”, un album registrato con grandi del jazz del calibro di Gil Evans, Herbie Hancock, George Benson, Lee Konitz. Nonostante gli impegni con la tv, nel 1989 ha scritto “Ti lascerò”, il pezzo cantato da Anna Oxa e Fausto Leali che ha vinto il festival di Sanremo ‘89. Per Patty Pravo scrisse nel 1967 “Se perdo te”, da lei stessa considerata tra le canzoni più belle del suo repertorio. Nel 1970 scrisse con Lucio Dalla, Gianfranco Baldazzi e Franceschini uno dei suoi più grandi successi, “Occhi di ragazza”, che avrebbe dovuto cantare Ron e che invece portò a Sanremo Gianni Morandi. Bardotti era un appassionato di musica che per gli artisti rappresentava una via di mezzo tra un collaboratore, un tutor, il produttore organizzatore e il consigliere, l’amico che suggerisce letture, ascolti di dischi, capace di curare i rapporti con l’industria cercando di non cedere al mercato più becero.
Aspetti questo sottolineati dalla serata “Ed io tra di voi”, che si è tenuta in piazza San Lorenzo a Formello al termine della cerimonia. Due ore di musica e parole, condotta da Stefano Raucci e Stefano Molinari di Radio Radio, con i contributi e gli aneddoti di Mauro Ronconi (autore di numerose biografie e saggi musicali, tra cui “1900-2000. Musica dal pianeta terra. Dal Jazz al Rock 200 CD da salvare”) e tanta musica. Sul palco una band formata da Roberta Campoli (voce), Fabio Macera (chitarra), Alessandro Ciprani (batteria), Mauro Arduini (basso) ed Egert Pano (tastiere e voce), che ha eseguito in maniera impeccabile alcuni dei maggiori successi di Bardotti, sottolineati dagli applausi del numeroso pubblico presente (in platea anche il cantante showman Marcello Cirillo). Non sono mancati alcuni video ricordo da parte di Enzo De Caro, Gianni Morandi, Max Pezzali, Syria e Carlo Conti, e alcune performance speciali. Il maestro Adriano Pennino ha accompagnato al pianoforte l’emergente e talentuosa Giulia Molica in “Ti lascerò”, mentre Rosario Jermano ha impreziosito con le sue percussioni i brani “Piazza Grande” e “La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria”, quest’ultima cantata da Franco Castiglia. Inoltre nel corso della serata c’è stato il conferimento della “Torre Chigi” a Sergio Bardotti. E’ stata la consigliera Patrizia Callarà a consegnare a Carmen Di Domenico il riconoscimento onorifico del Comune rilasciato a quelle persone che, attraverso azioni e condotta di vita, abbiamo dato lustro a Formello, lasciando un segno importante in ambito culturale, sportivo e sociale. La “Torre Chigi” è un’onorificenza che consiste in un busto in miniatura raffigurante la Torre di Villa Chigi. Infine, il maestro Adriano Pennino ha annunciato che in occasione della finale del concorso per cantautori emergenti “Jè so pazzo” (in onore di Pino Daniele), in programma domenica 25 luglio a Grottaferrata (Roma), sarà consegnato anche il Premio Sergio Bardotti.