In equilibrio tra i venti del prog
Una quindicina di anni di storia e quattro album, sono la dote dei Raven Sad, guidati da Samuele Santanna, che chi bazzica il mondo del prog rock, conoscerà nelle vesti di appassionato divulgatore radiofonico e puntuale presenza sui social.
In realtà Samuele ha uno spettro molto più ampio di influenze e gusti, che trovano forma in questo, va detto subito, ottimo nuovo lavoro. Naturalmente è d’obbligo citare i Pink Floyd, con quelle linee melodiche di chitarra solista, tirata allo spasimo, con le note che accompagnano la voce pulita e calda di Gabriele Marconcini, il vero elemento di rottura rispetto al passato, che con il suo canto appassionato, spariglia le carte e ci porta in quel mondo languido e celestiale dove trovano conforto rimembranze dei Camel.
Si diceva Pink Floyd e Camel, tuttavia il pulsare ritmico del piano funky nell’intro di ‘City Lights And Desert Dark’ è pulsazione solida che evoca certo prog jazzato anni ‘70, tra Brand X e suoni solenni alla Focus.
Meravigliosi i tocchi sinuosi della lunga ‘Colorbox’, pastiche prog pop che mi ha ricordato i primi Blackfield di Steven Wilson, mentre ‘Ride The Tempest’ è il tributo ai campioni del neo prog, quei Marillion versione Steve Hogarth, purtroppo spesso poco rispettati, anche da chi questa musica la ama.
Ma il brano che mi ha convinto che i Raven Sad sono materia in movimento e capace ancora di evolvere, è ‘Absolution Tril’, sette minuti di meraviglie melodiche, dove la sezione ritmica si fa suono, con il meraviglioso sempre il basso di Marco Geri, che pulsa sinuoso con le tastiere del bravo Fabrizio Trinci, mentre tiene tutto assemblato il tambureggiare sicuro del batterista Francesco Carnesecchi.
‘The Leaf And The Wing’ è il disco che tutti gli amanti del prog rock dovrebbero ascoltare. Anche solo per comprendere che si può guardare al futuro, senza perdere una sola stilla di classicità.
I Raven Sad pubblicano un disco che si ascolta e non stanca mai!!