A cinque anni dal sorprendente esordio Creature selvagge (valso al collettivo torinese una meritata Targa Tenco), Macchine inutili racconta la precarietà e il vuoto di senso del tempo presente, sospeso tra .. il vecchio mondo che non muore e quello nuovo che tarda ad arrivare… La narrazione si snoda, illuminata dalla luce chiara dell’intelligenza, tra stanze di vita quotidiana, turni in fabbrica, bollette, contributi e tredicesime. Tutt’intorno astrusi acronimi e macchine inutili che contano ma non hanno ragione, parlano ma non hanno opinione. Dietro le voci, una piccola orchestra dei miracoli suona strumenti, pentole, giocattoli ed elettroniche da rigattiere, dando ossigeno al bambino interiore che tutto osserva con occhi colmi di sconcerto e meraviglia. Ne risulta un disco insolito e prezioso, intriso di idee, giochi, citazioni e suggestioni, capace di rivelare nuove sfumature ad ogni ascolto. Caldamente consigliato.
Lastanzadigreta e il suono surreale delle macchine inutili
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