La sua musica è una miscela raffinata di elementi diversi come il jazz, il suol il funk e la musica la musica “pup jazz” brasiliana. Con una manciata di singoli all’attivo Tarsia è reduce dal successo radiofonico e di streaming di “Boom“.
Cantautrice raffinata Tarsia ci racconta il suo percorso artistico con la massima sincerità. Il rapporto con la musica, la ripresa della musica dal vivo dopo il lockdown e l’amore per la sua terra natia, la Basilicata. Un “viaggio” che apre porte che fanno della giovane cantautrice una donna che ha attraversato varie esperienze artistiche e professionali è arrivata al suo equilibrio musicale. L’artista dimostra di aver raggiunto una maturità espressiva anche dal vivo, come ha dimostrato nel concerto tenuto il 28 maggio a Le Mura Live Music di Roma, in cui si è esibita accompagnata da Fabio Greco (chitarre), Vincenzo Tacci (batteria) e Agostino Casella (tastiere), dando sfoggio a tutto il suo repertorio, e dove si è messa in luce anche con cover di pregio, tra cui “Bella d’estate” di Mango e “Chillo è nu buono guaglione” di Pino Daniele, brano eseguito in maniera impeccabile. Inoltre l’artista in alcuni brani suona anche l’ukulele, che caratterizza i brani per un suono squillante e dallo smorzamento rapido.
Partiamo dal successo di “Boom”, il tuo ultimo singolo. Come è nato questo brano?
“Boom” è nato subito dopo il lockdown ed è incentrato su una serie di vicissitudini che ho vissuto. Quando canto “Siamo come le bombe / Esplodiamo se ci avviciniamo” intende focalizzare l’attenzione sul fatto che amare prima di tutto se stessi sia la cosa più importante. In questo modo è possibile sopravvivere alle situazioni più estreme. Dal punto di vista musicale il pezzo ha influenze soul e funk, che si mettono in evidenza nel ritornello esplosivo.
Ci racconti dei tuoi esordi musicali?
Io canto da bambina. Praticamente non ricordo la mia vita senza la musica. Ho iniziato in Basilicata, poi ho proseguito la mia formazione a Madrid, dove mi sono laureata in arti sceniche, per poi fare ritorno a Roma – dove ero già stata in precedenza – per specializzarmi al Saint Louis College Of Music. Ne è seguito un periodo di spostamenti in tutta Italia, tra concerti, concorsi e incontri che, in alcuni casi non sono stati positivi, ma che mi hanno portato a essere la persona che sono oggi.
Possiamo dire che il tuo esordio ufficiale è quello avvenuto lo scorso anno con il singolo “Passi”?
In effetti si. Prima c’era stato solo “Bolle di sapone”, nel 2017, ma venne realizzato in un momento diverso e con una serie di promesse che poi non sono state mantenute. Invece a con “Passi”, che praticamente in questi giorni sta per festeggiare il suo primo compleanno, ho iniziato a collaborare con la Maqueta Records e in particolare con Fernando Alba, che mi ha permesso di focalizzare alcune idee musicali. In questo anno c’è stata la collaborazione con Luvespone per il brano “Ubriachi fino alle tre”, un pezzo reggaeton in cui mi sono molto divertita, mentre per “Dove siamo stati bene” ho realizzato il videoclip in Basilicata, la mia terra cui sono molto legata (Tarsia è originaria di Policoro, Matera, nda). Poi c’è stata anche la cover natalizia.
Seppur parlare di album in questo periodo è complicato, ormai tutti si aspettano un progetto più ampio a tuo nome.
Si, sicuramente è un po’ difficile in questo momento. Far uscire un album e non avere la possibilità di promuoverlo come si deve è un azzardo. Però diciamo che i brani ci sono. Vediamo come si evolverà la situazione. Io sono pronta.
Intanto riparte, seppur con le dovute precauzioni, la musica dal vivo. Dopo il concerto a Le Mura hai già in programma nuovi live?
Si sono già in programma. Del resto la cosa più bella per chi fa musica è proprio quella di esibirsi dal vivo. A breve comunicherò le date. Poi ho un sogno del cassetto, che è quello di realizzare un tour teatrale, con una band allargata, con tanti musicisti sul palco.
Quali sono i tuoi stili musicali e gli artisti che ti hanno influenzato?
Dal punto di vista musicale le mie influenze provengono dal soul, dal funk e anche dalla musica latino americana. Per quanto riguarda gli artisti sicuramente i cantautori italiani, come Pino Daniele, Lucio Battisti e Lucio Dalla. Sono cresciuta in una casa piena di dischi, in quanto mio padre faceva il dj negli anni ’70 e quindi mi ha fatto tutti i suoi vinili facendo così diventare la musica parte della mia vita. Sul fronte internazionale invece cito Amy Winehouse ed Erykah Badu.