Senesi, ma profondamente maledetti: come tutti noi toscani. Piero Pelù cantava .. Tu non lasciare al caso quello che vuoi diventare .. E allora bene bene bene e allora male male male … Già perché il titolo di questo nuovo disco de La Serpe D’Oro riporta proprio all’espressione che crea dubbio, diventa filosofia pratica, ma che soprattutto ti fa sentire il sapore della terra. Fortissimo il legame con quel gesto che facevano i contadini, grati dei buoni frutti che potevano nascere dal sapere coltivare quello che per molti è solo il terreno su cui si cammina a fatica, magari perché non si hanno le scarpe adatte. Ed allora la saggezza di quella civiltà invitava proprio a prendere una zolla di terra, sbriciolarla ed avere il coraggio di assaggiarla: le 18 canzoni del disco Il pane e la sassata (L’amore .. è come l’ellera?) sono velate di nostalgia, ma hanno il potere di chiederci di ricordare da dove veniamo, perché non dobbiamo rovinare la natura ed il tutto con un solco lungo il viso (come una specie di sorriso … cantava il poeta), perché era buona abitudine scatenarsi in balli e canti corali, dopo tanti giorni di fatica.
Alcuni brani di questo disco de La Serpe D’Oro rifuggono una rilettura nostalgica del folk autoctono, perché guardano avanti ed a come si può essere naturalisti anche nel terzo millennio: oltre al citato Pelù solista del 2002, coinvolgerei anche il Simone Cristicchi di quando si rifugia sull’Amiata o canta con i minatori dal fazzoletto rosso. La biografia de La Serpe D’Oro ci ricordo che la voglia di ritrovarsi .. è nata a Siena nel 2013: è un progetto dedicato alla canzone popolare toscana, con la straordinaria figura di Caterina Bueno come riferimento principale .. Ma ho già scritto che si percepisce molto di più, passando da Giovanni Boccaccio a Johnny Cash passando per Enzo Jannacci e il teatro-canzone. Aprendo il cd (dal package funzionale e ricco di informazioni), alcuni sensi gongolano, in attesa che sia l’udito a dirci la sua. I momenti topici sono senza dubbio Amor, la vaga luce e Sotto il ponte della Sieve: il primo si avvale anche di un videoclip realizzato da Debora Pioli (con la collaborazione di Giulia Raia e Rusiru Attanayaka), nato durante il primo lockdown di Marzo 2020 e si lega alla peste del 1348 che colpì Firenze, fondamento su cui si basa il Decamerone di Boccaccio. Quel brano infatti è una rivisitazione della canzone recitata da Dioneo alla fine della Giornata V, commissionata a La Serpe d’Oro da Giovanni Guerrieri della compagnia teatrale I Sacchi di Sabbia per la Scuola Normale Superiore di Pisa. Il secondo brano che vorrei segnalarvi (che chiude il disco con un epilogo) è nato da una collaborazione con il chitarrista jazz Claudio Riggio e Stefano Giannotti del progetto Oteme: pensate solo che Sotto il ponte della Sieve ha una durata originaria di settanta minuti, ma ne Il pane e la sassata è il trait d’union, senza durare così tanto!
Finita l’emergenza sanitaria, sarà bene andare ad un loro spettacolo: infatti quello che si intuisce dall’ascolto di questo cd è che dal vivo ogni singola canzone può diventare un momento conviviale, magari riflessivo… ma pur sempre umano e comunicativo.