Paesaggio dopo la battaglia è il nuovo disco di Vasco Brondi, in uscita il 7 maggio, anticipato dai brani Chitarra nera e Ci abbracciamo. Vasco sarà protagonista di una serie di incontri presso alcuni importanti Atenei italiani, a seguire le prime date del nuovo tour a partire da giugno.
Da venerdì 7 maggio sarà finalmente disponibile Paesaggio dopo la battaglia, il primo attesissimo album di Vasco Brondi dopo la conclusione del progetto artistico Le Luci Della Centrale Elettrica, autoprodotto da Cara Catastrofe e distribuito da Sony Music. 10 tracce, scritte e prodotte tra Ferrara, Milano e New York, che raccontano la nuova visione del cantautore tra battaglie intime e universali, battaglie di crescita e di ricerca, battaglie di perdite e di conquiste.
Nella conferenza stampa su Zoom avvenuta il 5 maggio Vasco Brondi ha dichiarato:
“Paesaggio dopo la battaglia è un disco di racconti per voce e cori, per orchestra e sintetizzatori. In ogni canzone c’è qualcuno che ricerca fiduciosamente anche in tempi difficili, tra le leggi della città e quelle dell’universo. Dopo la battaglia c’è una pace incerta, piena di ferite o piena di sollievo. C’è qualcuno che chiama un nome tra le macerie, qualcuno che risponde. Il titolo del disco viene da una canzone d’amore e ho pensato fosse adatto perché il disco è pieno di paesaggi (interiori ed esteriori) e di battaglie”.
Paesaggio dopo la battaglia rivela Vasco Brondi e lo presenta con estrema onestà e trasparenza: il suo modo di vedere le cose, la sua sensibilità e la profondità con cui analizza il mondo che lo circonda sono il centro di tutti i brani, che riescono così a trasportarci in una dimensione unica, solo di Vasco.
“Nel lavorare a questo disco mi sono rapportato con l’idea di non dover per forza stupire e con la volontà di essere autentico.” – prosegue Brondi – “Allo stesso tempo ho voluto far evolvere il mio lavoro coinvolgendo più persone possibili, amici e musicisti. Paesaggio dopo la battaglia è una ricerca fiduciosa che crede nel cambiamento e nella trasformazione, una via per affrontare il periodo particolare che stiamo vivendo, un cortocircuito tra atmosfere diverse, e un insieme di battaglie, intime e universali, tenute insieme da una voce narrante accompagnata da strumenti fantasma: un’orchestra di fiati, un pianoforte, un coro gospel e vari sintetizzatori”.
La cover del disco è una foto inedita di Luigi Ghirri del 1986 (omaggio alla figura e all’opera del grande artista italiano, definito “filosofo del silenzio”), che rappresenta un “pandino” che esce fiducioso da un’apocalisse, un po’ come l’Italia in questo momento difficile.
In Paesaggio dopo la battaglia è “26000 giorni“, il tempo medio di vita degli esseri umani, brano dalle liriche alte e sognanti (c’è un verso che dice “siamo qui per rivelarci, non per nasconderci“), ad aprire il sipario e ad accompagnarci nella dimensione evocativa e incalzante di “Ci abbracciamo“, inno di buon auspicio per questa nuova primavera. Lungo il cammino, le calde sonorità da fanfara e da ballo sotto le bombe di “Paesaggio dopo la battaglia”, “Adriatico” (un inno al mare che ha sempre voluto scrivere, all’acqua torbida e sabbiosa, un liscio per cui ha coinvolto Moreno il Biondo e Mirco Mariani degli Extraliscio) e “Il sentiero degli dei“ (che chiude il disco) creano un inaspettato ma armonioso contrasto con le fragilità di “Città Aperta“ (che non si riferisce alla Roma del film di Rossellini ma alla Parigi del 1940), “Mezza Nuda” e “Due animali in una stanza“ (una canzone d’amore a cui tiene molto che celebra la durata di una storia, non l’inizio o la fine), intimi romanzi di formazione tra temporali e viaggi in treno; “Luna crescente“, brano di ricerche e consapevolezze, precede le perdite e le conquiste di “Chitarra Nera” (la canzone che gli ha fatto iniziare a scrivere il disco e riprendere la pratica della scrittura dopo tanto tempo, che stava perdendo come strumento di conoscenza di se stesso e egli altri dopo essere stato fermo per 2 anni), un flusso di pensiero sereno e lancinante, poema senza morale. Un viaggio quindi, quello di Paesaggio dopo la battaglia, che passa attraverso migliaia di atmosfere e dimensioni, figlie di un unico disegno universale. Il primo lockdown lo ha passato nel suo studio a Ferrara e ha capito che la musica può essere un modo di avvicinarsi a se stessi, l’importante è che ci sia “il soffio della vita” nelle canzoni, che sono fatte di dettagli e spesso si contraddicono, Vasco ha letto in un libro di interviste a Tom Waits che lui cerca di immaginare come vivono i personaggi delle sue canzoni. Picasso diceva che “l’arte serve a togliere la polvere dei giorni”, a volte è più facile attraverso le canzoni provare delle emozioni e trasmetterle.
A proposito del suo primo progetto Le Luci della Centrale Elettrica ha dichiarato che quando ha deciso di chiuderlo intendeva fare qualcosa di diverso, non di più leggero, il cambio di nome è stato più una cosa intima sua, è stato un nuovo inizio ma non voleva stupire a tutti i costi, ha continuato ad essere coerente con il suo percorso, non si sente di fare “pubblicità” o “promozione” ma di condividere le sue canzoni, che non sono comizi. Oggi è rimasto “cool” essere disimpegnati, spesso i musicisti spariscono quando si tratta di dire qualcosa. Questa è “la società della trasparenza” e sembra che se non sei trasparente hai qualcosa da nascondere, mentre magari (come nel suo caso) sei solo timido e riservato. Le canzoni devono essere dei documenti storici ma lirici, non possono essere solo “cronachistiche” (un esempio perfetto di questo è “La domenica delle salme” di Fabrizio De André che ha anticipato molto i tempi).
“Paesaggio dopo la battaglia” sarà pubblicato nei formati Cd e Vinile. Nella prima tiratura limitata, disponibile al link https://bit.ly/pdlbvb, il CD è accompagnato dal libro Note a margine e macerie, un diario on the road in una nazione deserta, racconto dei tragitti tra uno studio di registrazione e l’altro, di notti silenziosissime tra Milano, Ferrara e i ricordi di un viaggio in India, di un inverno a Lampedusa e dei paesi disabitati dell’Italia interna. È in queste pagine che Vasco ha voluto annotare tutto ciò che esonda dalle canzoni, che per natura, invece, richiedono una certa sintesi. Le sensazioni e i pensieri che l’hanno accompagnato nelle fasi di scrittura sono parte integrante di questo grande progetto. Gli eventi incontrollabili, l’evolversi del mondo, la storia e le circostanze del momento hanno fatto il resto.
Il disco, la cui produzione artistica è curata da Taketo Gohara, Vasco Brondi e Federico Dragogna, si arricchisce della partecipazione e la collaborazione di numerosi musicisti di importanza internazionale: da Mauro Refosco (Red Hot Chili Peppers, David Byrne, Atoms for Peace) a Paul Frazier (David Byrne), fino ad arrivare ad Enrico Gabrielli e Alessandro “Asso” Stefana (PJ Harvey, Vinicio Capossela, Mike Patton), Rodrigo d’Erasmo (Afterhours) e Gabriele Lazzarotti (Daniele Silvestri, Max Gazzè, Propaganda live, ecc.)
È per il suo interesse per il mondo e per gli esseri umani e la sua profonda sensibilità, che Vasco Brondi, cantautore, musicista e scrittore, sarà protagonista di una serie di prestigiosi incontri organizzati presso alcuni importanti Atenei italiani con antropologi, filosofi, filologi, psicologi e scrittori. Questi dialoghi saranno anche occasione per presentare il suo nuovo progetto e svelarne retroscena e processi compositivi, aprendosi al confronto con docenti e nuove generazioni. I primi cinque incontri di questa serie di appuntamenti, che continuerà fino alla fine dell’anno, sono:
10.05 – Università Statale di Milano (Dipartimento di Filosofia) dialogo con il Prof. Andrea Borghini
11.05 – Università degli Studi di Napoli Federico II (Dipartimento di Studi Umanistici) dialogo con la Prof.ssa Fortuna Procentese
14.05 – Università di Siena (Dipartimento di Filologia e Critica delle letterature antiche e moderne) dialogo con il Prof. Claudio Lagomarsini
18.05 – Università degli Studi di Trento (Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive) dialogo con il Prof. Nicola De Pisapia
25.05 – Università di Bologna (Dipartimento di Filosofia e Comunicazione e Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita) dialogo con i Prof. Stefano Marino e Lucio Spaziante
Vasco Brondi, per dare il via al progetto Paesaggio dopo la battaglia, ha scelto di realizzare due importanti videoclip d’autore, coinvolgendo grandi professionisti e nomi di spicco del panorama registico e cinematografico italiano.
Ha accompagnato l’uscita di “Chitarra Nera“, primo estratto dall’album, la realizzazione di un suggestivo e sorprendente videoclip, con protagonista Elio Germano per la regia di Daniele Vicari. Il personaggio di Elio Germano è un disadattato, ormai siamo frustrati se non funzioniamo al 100% mentre anche noi non siamo delle macchine ma siamo imprevedibili. Il brano è un film a parte all’interno del disco. L’idea di Vasco Brondi era quella di rappresentare il vagare fuori dalle leggi della città alla ricerca delle leggi dell’universo, ed è in questa visione che i tre si sono trovati. Familiarità e intimità sono le sensazioni che Chitarra nera trasmette, ed è proprio per questo motivo che il regista ha scelto di ambientare la scena nel paese in cui è cresciuto, Collegiove in provincia di Rieti, dando un sapore di cosa perduta e allo stesso tempo recuperata. “Quando ho visto Elio e Vasco assieme per i vicoli del mio paese, sfiorare le case immersi tra nuvole basse, mi sono commosso, lo ammetto.” – ha raccontato Vicari – “Nel video ho provato a trattenere questa commozione per non disperderla, restituendola piano piano come cura per quel dolore ancestrale che solo la bella musica, mescolata alle immagini rarefatte di un luogo dell’anima, possono evocare nella loro purezza.”
“Ci abbracciamo“, secondo estratto dal disco, è il brano dal titolo più evocativo del momento, scritto per essere l’inno di buon auspicio di questa nuova primavera, in attesa di riappropriarci di un gesto semplice e meraviglioso di cui tutti sentiamo la mancanza. Vasco Brondi compare per la prima volta in un videoclip come accompagnamento canoro di una Polka Chinata. La danza, eseguita per definizione da soli uomini, è qui rappresentata come un abbraccio universale, di sguardi e d’intenzioni, un omaggio alla tradizione del folcloristico ballo bolognese nato nel dopoguerra, in cui Vasco si è imbattuto grazie alla performance Save the last dance for me del Leone d’oro alla carriera Alessandro Sciarroni. Al centro del piano sequenza, ambientato al Teatro della Pergola di Firenze, i due eccezionali danzatori protagonisti Gianmaria Borzillo e Giovanfrancesco Giannini, e un cameo di Stefano Accorsi, direttore artistico della Fondazione Teatro della Toscana. Il videoclip è prodotto da Pulse Film Italia e firmato Giorgio Testi, rinomato regista del panorama Londinese, celebre per i suoi videoclip e live sets internazionali (Oasis, Bon Jovi, Sting, Rolling Stones, Pixies, Amy Winehouse, Blur) e per la capacità unica di rendere una performance dal vivo tangibile e reale.
TRACKLIST:
1. 26000 giorni
2. Ci abbracciamo
3. Città aperta
4. Paesaggio dopo la battaglia
5. Mezza nuda
6. Due animali in una stanza
7. Adriatico
8. Luna crescente
9. Chitarra nera
10. Il sentiero degli dei
Produzione artistica: Taketo Gohara, Vasco Brondi e Federico Dragogna
Assistente di produzione: Niccolò Fornabaio
Registrato da Federico Dragogna, Niccolò Fornabaio e Lorenzo Caperchi presso Lo Studiolo (Milano), Samvega Studio (Ferrara), Wunderkammer Studio (Brescia), Blap Studio (Milano), Officine Meccaniche (Milano)
Assistenti di Studio: Antonio Polidoro e Giuseppe Salvadori
Mixato da Taketo Gohara presso Officine Meccaniche e Casa Degli Artisti (Milano)
Masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà Studio
Arrangiamento Orchestrale di Enrico Gabrielli
Coordinamento Orchestrale di Nicolai Freiherr Von Dellingshausen
Arrangiamento Cori di Paul Frazier
Vasco Brondi: Voce, Cori, Chitarra Acustica
Federico Dragogna: Cori, Synth, Programmazione, Basso, Chitarra Acustica, Chitarra Elettrica
Angelo Trabace: Piano
Niccolò Fornabaio: Batteria e percussioni
Enrico Gabrielli: Clarinetto Basso, Sax
Alessandro “Asso” Stefana: Basso, Harmonium, Omnichord
Paul Frazier: Cori
Imani Coppola: Cori
Redray Frazier: Cori
Giulia Puntel: Cori su “Chitarra nera”
Celeste Valenti: Cori su “Città aperta”
Rodrigo D’Erasmo: Violino, Synth su “Mezza nuda”
Gabriele Lazzarotti: Basso su “26000 giorni”, “Mezza nuda”, “Chitarra nera”
Mauro Refosco: Percussioni su “26000 giorni”, “Ci abbracciamo”, “Città aperta”, “Paesaggio dopo la battaglia”
Daniel Plentz: percussioni su “Luna crescente”
Extraliscio:
Mirco Mariani: Mellotron, Cori su “Adriatico”
Moreno il Biondo: Clarinetto su “Adriatico”
Orchestra:
Nicolò Manachino – Flauto
Paola Scotti – Oboe/corno inglese
Michele Gadioli – Fagotto/contrafagotto
Antonio Signorile – Tromba/flicorno
Stefano Bludrini – Corno
Giacomo Ceresani – Trombone
Daniela Savoldi – Violoncello
Carmine Iuvone – Contrabbasso
Tiziano Cannas – Basso Tuba
Progetto grafico di Rossella Merighi
PAESAGGIO DOPO LA BATTAGLIA è un’autoproduzione Cara Catastrofe
Produzione esecutiva di Michele Annechini e Luca Bernini (Gibilterra)
Fotografia in copertina di Luigi Ghirri, 1986
© Eredi di Luigi Ghirri
Dopo il tour sold-out Talismani per tempi incerti realizzato nell’estate 2020, Vasco Brondi è pronto a calcare nuovamente i palchi per presentare al pubblico il suo Paesaggio dopo la battaglia. Il nuovo tour, organizzato da IMARTS International Music & Arts in collaborazione con Gibilterra Management, vedrà Vasco esibirsi in alcuni degli scenari più suggestivi e incantevoli d’Italia. Queste le prime date annunciate, info e biglietti a breve su: vascobrondi.it:
28 GIUGNO – ESTATE SFORZESCA 2021, CASTELLO SFORZESCO, MILANO (MI)
30 GIUGNO – ESTATE FIESOLANA, TEATRO ROMANO, FIESOLE (FI)
13 LUGLIO – SEQUOIE MUSIC PARK, PARCO CASERME ROSSE, BOLOGNA (BO)
16 LUGLIO – FLOWERS FESTIVAL, COLLEGNO (TO)
18 LUGLIO – FESTIVAL ESTATE AL CASTELLO VILLAFRANCA NON SI ARRENDE 2021, CASTELLO SCALIGERO, VILLAFRANCA DI VERONA (VE)
21 LUGLIO – VILLA OLMO FESTIVAL, COMO (CO)
30 LUGLIO – TENER-A-MENTE FESTIVAL sezione “INDIECATIVAMENTE”, VITTORIALE DEGLI ITALIANI, GARDONE RIVIERA (BS)