Arriva dal 1 Aprile su Amazon Prime Video (102 Distribution), “Sweet Country”, il film western australiano del 2017 di Warwick Thornton con le musiche di Michael Yezerski, basato su una storia vera sugli aborigeni degli anni ’20, in occasione del fatto che il 21 marzo è stata la giornata mondiale contro il razzismo.
Sarà disponibile dal 1 aprile su Amazon Prime Video, distribuito da 102 Distribuition, “Sweet Country”, western ispirato a fatti realmente accaduti, presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 74, dove ha vinto il Premio speciale della Giuria. 1929, Australia del nord: dopo aver subito diverse angherie, il guardiano di bestiame aborigeno Sam (Hamilton Morris) uccide il proprietario terriero bianco Harry March (John Gibson) per autodifesa. Il momento storico però non garantisce la legittima difesa a un aborigeno, schiavo dei bianchi, e Sam è costretto a fuggire insieme alla moglie Lizzie (Natassia Gorey Furber). I due scappano dal plotone di ricerca guidato dal sergente Fletcher (Bryan Brown), pronto a tutto per portarlo alla gogna, ma l’aborigeno, per proteggere la moglie incinta dopo giorni di fuga, decide di consegnarsi alla polizia e di affidarsi alla sentenza del giudice Taylor (Matt Day). Tratto dalla storia vera dell’omicidio di un bianco da parte dell’aborigeno Wilaberta Jack (arrestato e processato negli anni Venti), Sweet Country è un western canonico che evidenzia sfumature classiche: la frontiera, le espropriazioni di terra, la sottomissione e la conquista di un popolo, e, infine, epici, infiniti orizzonti.
“Sweet Country – afferma il regista e direttore della fotografia Warwick Thornton – è un western in costume con tutti gli elementi tipici del genere. Ho voluto utilizzare un genere accessibile come il western, perché il pubblico potesse entrare nella storia e venirne affascinato, in modo da comprendere i problemi che un popolo occupato si trova ad affrontare. Con questo approccio immersivo, ho voluto abbattere i confini culturali per unirci”.
Warwick Thornton ha così ripreso il tema della condizione passata e presente degli aborigeni australiani, cercando di rivendicare sullo schermo la storia di un popolo sopraffatto e vinto. Inoltre, il fatto di essere un western girato da un nativo, può suscitare particolare interesse per il punto di vista inedito e personale dello stesso Thornton. Thornton riprende dunque dalla tradizione western tutti gli elementi tipici del genere: i vasti paesaggi, la frontiera, la sottomissione di un popolo intero, lo sfruttamento ingiustificato. Nel raccontare la storia Thornton fa uso di numerosi flashback e flashforward che illustrano il futuro e ciò che il personaggio prova in quell’esatto momento, e lo fa con un azzeccato tempismo emotivo. Aiutato dai suoi sceneggiatori, David Tranter e Steven McGregor, il regista immerge in suoi personaggi tra lande immense e desolate, con stacchi di montaggio ellittici e inquadrature simmetriche e incorniciate, ognuna di esse è un quadro vivente. Così “Sweet Country”, monumentale dal punto di vista visivo ed estetico, riesce nel suo tentativo di raccontare l’ipocrisia di una nazione. La fotografia è perfetta e facilitata dalla meravigliosa catena montuosa delle MacDonnell Ranges. Le musiche sono di Michael Yezerski, un compositore australiano conosciuto per le sue colonne sonore di film quali The Waiting City, The Black Balloon (per il quale ha vinto un APRA Award e uno Screen Music Award), Newcastle e Thursday’s Fictions, così come per le sue collaborazioni con la Australian Chamber Orchestra e il Gondwana Voices Children’s Choir (con cui ha realizzato un adattamento del libro di Shaun Tan The Red Tree), il National Museum di Canberra, Synergy Percussion e The Physical TV Company. Il suono è curato da David Tranter e Will Sheridan (il film è stato candidato agli AACTA Award 2018 per il miglior suono a Sam Gain-Emery, Thom Kellar, Will Sheridan e David Tranter).