Si tratta del mio terzo album sul presente dopo Naif e Domino, tanto che trovo che da entrambi ha preso qualcosa. Dal primo del 2015 ha preso il bisogno di raccontare la vita e la visceralità di dominare gli attimi. Da Domino invece il bisogno di osservare. Sono riuscita a raccontare attraverso questi 10 brani un presente in cui si vive e contemporaneamente si osserva. Vivere e contemporaneamente guardare e giudicare senza farsi prendere troppo da una parte o dall’altra .. Così Malika Ayane ha presentato in conferenza stampa il suo nuovo album “malifesto”.
In uscita venerdì 26 febbraio l’album è un inno alla riscoperta del valore delle emozioni e all’importanza di manifestarle, alla leggerezza, il migliore degli atteggiamenti per mettersi di fronte alle cose senza paura, con il coraggio di riconoscersi anche quando tutto attorno cambia. Una fotografia di diversi stati d’animo che la cantante ha deciso, a modo suo, di manifestare. Con la sua voce dalle sfumature inconfondibili, l’artista è da sempre un riferimento di cantautorato raffinato e contemporaneo, che si è distinta per le sue sonorità e per la costante ricerca di toni diversi. Malika Ayane è un’artista che tramite la sua voce e i testi delle sue canzoni ama narrare il presente, e lo fa anche in “malifesto” (Sugar), il suo sesto progetto discografico prodotto con Antonio Filippelli e Daniel Bestonzo, registrato a Milano, che contiene il singolo inedito con cui si è esibita nella 71° edizione sanremese, dal titolo “Ti piaci così”, brano che racconta la consapevolezza di sé, lo scoprirsi risolti, l’avere voglia di vivere con gusto, il riconoscersi senza biasimo, il celebrare se stessi per il solo fatto di essere al mondo. Un disco composto da 10 brani che Malika Ayane ha scritto e composto insieme, tra gli altri, a Pacifico, Antonino Di Martino, Alessandra Flora, Leo Pari, Colapesce, Antonio Filippelli, Daniel Bestonzo e Rocco Rampino.
Ti abbiamo visto al recente festival di Sanremo con “Ti piaci così”. C’è un’altra canzone di questo nuovo album che avresti potuto presentare in alternativa?
Non avevo una canzone alternativa a quella che ho presentato. Proprio perché questo brano aveva bisogno di un ampissimo respiro.
E’ molto curioso il titolo scelto per questo disco. Ce lo vuoi spiegare?
Mi piace giocare con il mio nome. Il titolo “malifesto” nasce perché gioca sulle frasi “Malika che manifesta emozioni” e “Malika che manifesta”. L’unica cosa su cui riesco a non avere incertezze sono proprio i titoli degli album. Sui titoli delle canzoni sono un disastro. Sugli album invece sono un talento: anzi mi candido per trovare i titoli degli album degli altri.
Tra gli autori dei brani ci sono anche Dimartino e Colapesce, che il grande pubblico ha conosciuto al recente Festival di Sanremo con “Musica leggerissima”, ma che con te collaborano già da tempo. Quale è stato il loro apporto per questo album?
Sono contenta di averli trovati prima che piacessero a tutti!”, scherza Malika raccontando le settimane passate in studio a far nascere questo nuovo album. Io sono una di quelle noiose che passa il tempo a provinare le canzoni pianoforte e voce per poi portarle tutte a una sorta di uniformità nella fase di produzione. Anche nel caso di Antonio (Dimartino, nda) e Lorenzo (Colapesce, nda) abbiamo lavorato in questo modo. Da loro mi erano arrivati due brani. Uno lo adoravo, al punto che non avrei fatto nessuna modifica, soltanto che era incantabile per me. Non è vero che si può cantare qualsiasi cosa. Il secondo, che poi è diventato “Telefonami”, mi è piaciuto molto per scrittura e contenuto e per la sua modernità: era una cosa pop ma non troppo, per cui io sono intervenuta nel riscrivere insieme a Pacifico solo parte del testo. In questo disco hanno trasmesso l’impronta leggera che hanno nel guardare la musica.
Molto interessante anche il contributo di Leo Pari nel brano “Come sarà”.
Il brano, che ho scritto con Leo Pari, su musica Shridhar Solanki e Sidh Solanki, più che guardare all’amore maturo, guarda agli esseri umani come incertezza. L’unica certezza che abbiamo è come stiamo vedendo il presente. Fotografa il nostro rapporto con l’incertezza.
Per questo tuo sesto disco sei tornata a incidere in Italia. Come mai questa scelta?
Si, è il primo album realizzato completamente in Italia dopo l’esperienza berlinese dei due album precedenti, e con una produzione completamente italiana. La scelta produttiva prende ispirazione dalla musica contemporanea francese. Ci sono suoni caldi ma non per questo totalmente analogici. Il lavoro di produzione è stato straordinario, perfetto per quello che desideravo.
Com’è sei cambiata rispetto agli ultimi anni?
Rispetto al passato c’è il fatto che questo presente è diverso dagli altri. Non bisogna trattare questo momento storico solo come qualcosa da subire. In questo presente noi conduciamo le nostre vite, qualunque cosa succeda. Inevitabilmente ci troviamo a osservare il mondo in modo diverso e proviamo in maniera diversa anche le nostre emozioni. Oggi possiamo essere diversamente gli stessi. Penso che abbiamo delle caratteristiche che abbiamo immutate nel tempo, ma che i contesti ci permettono di sviluppare in maniera diversa.
Sei nota per essere molto positiva. Da dove attingi tutta questa energia?
Anche quello è un lavoro che si impara a fare nel tempo. E’ una scelta l’atteggiamento ottimistico, senza per questo diventare giulivi e ingenui. Penso che se ognuno di noi si mette a sommare errori, delusioni e sbagli che ha avuto nella vita si accorge di aver avuto un bilancio anche negativo. Quindi sappiamo anche che non serve a niente crogiolarsi nel dolore. Parte del bilancio positivo viene con cose belle ed esperienze. Già quando c’è il cielo azzurro e siamo a Milano è un buon motivo per mettesi le scarpe comode e camminare. Le scelte portano a delle reazioni in quella direzione.
Cosa vuol dire avere una voce dal timbro particolare come la tua?
Penso che bisogna imparare a utilizzarla da un punto di vista tecnico e soprattutto a educare la propria emotività, affinché quello che si canta possa essere credibile indipendentemente dalle parole.
Cosa ti auguri di più per il futuro dopo questo periodo di pandemia?
La ripresa dei concerti. Spero che si possa tornare al più presto a suonare dal vivo, però dando la priorità alla sicurezza. Penso che il patentino vaccinale possa essere una soluzione. Ogni soluzione per me è benedetta, purché sia nel rispetto della salute e dell’etica delle persone.