Torna sulle scene discografiche la storica rock band progressive Twenty Four Hours con il nuovo singolo “Aiutòla” pubblicato lo scorso 4 marzo in tutti gli store digitali e piattaforme streaming. Una suite di quasi 7 minuti dove, per la prima volta in 36 anni di storia, la band si cimenta nel cantato in italiano sempre sulla linea musicale di un art-rock progressive ricco di contaminazioni. La svolta per la band bergamasca arriva dopo 7 album e dopo aver vissuto in prima linea l’immane tragedia del COVID sul loro territorio. Come spiega il leader, tastierista, compositore e cantante Paolo Lippe: «“Aiutòla! è una sorta di buffa alterazione dell’invocazione “Aiuto” coniata da mio zio Ivan quando era giovanissimo. Ivan è morto di COVID a 70 anni, in una delle case di riposo maledette della Val Seriana nel bergamasco, in soli tre giorni, durante la prima ondata».
Il video del brano, completamente autoprodotto come il singolo stesso registrato online in tempi di totale lockdown, amplifica il messaggio umanitario mostrando scorci del pianeta terra completamente deserti «eccezion fatta per due figure simboliche: – continua Lippe – un meccanico che sta sistemando un’autovettura, seguito immediatamente da una macabra immagine di denuncia dello scempio che l’uomo sta compiendo. Il meccanico prima e il Panda poi, costituiscono la chiave di lettura del brano: il rispetto per la natura non può più attendere».
“Aiutòla” è il primo singolo, testimone di questo assurdo periodo a cui ne seguiranno altri in attesa di mettere insieme i brani per un nuovo album di prossima pubblicazione.
I Twenty Four Hours sono un gruppo musicale di Bergamo, di rock progressivo con contaminazioni varie, dove la psichedelica rappresenta l’elemento predominante. Sono attualmente formati da Paolo Lippe (voce, tastiere, strumenti vari), Antonio Paparelli (chitarre), Marco Lippe (batteria), Paolo Sorcinelli (basso), Elena Lippe (cori). Arrivano all’album di debutto “The Smell Of The Rainy Air” nel gennaio 1991, su incoraggiamento del noto artista inglese Nick Saloman/The Bevis Frond, proprio il giorno dopo lo scoppio della prima guerra USA-Iraq. Accolto con il plauso della critica, l’album è diventato il trampolino di lancio per una carriera decennale che dura ancora oggi e che conta sette album, il contributo a varie antologie e numerosi concerti, tutti apprezzati dal pubblico legato ad un rock multiforme, capace di abbracciare progressivo, psichedelia, elettronica e persino alt rock e punk.