“Alita: Battle Angel” film di Robert Rodriguez, regista di “Planet Terror” (con l’affascinante attrice Rose McGowan con gamba-mitra), “Machete” (con la conturbante Michelle Rodriguez “ Luz” sulla moto), “Dal tramonto all’alba” (Danny Trejo con la sua Sex Machine) e “Sin City” è una fedele trasposizione non solo del manga omonimo, ma dell’anime anni ’90. Visivamente è un mix di Cyberpunk estremo nei personaggi cibernetici e di umana popolazione messicana nel descrivere gli ambienti affollati, dato che il regista ha un forte legame con il Messico (basti pensare al suo “C’era una volta in Messico” con un favoloso Johnny Depp).
Rodriguez ha sempre dato molto risalto alla colonna sonora, infatti egli stesso compone le musiche dei suoi film (come il regalo-sonoro da un dollaro che ha fatto a Tarantino con le musiche di “Kill Bill volume 2”) ed anche in “Alita” veniamo introdotti nei vitali e colorati bassifondi, da un assolo di un Mariachi “Robotronico”! Comunque le musiche di “Alita: Battle Angel” sono firmate dal compositore olandese Junkie XL reduce dal dal film “Mad Max:Fury Road” e dal videogioco mitologico “God of War II”. Per affrontare il film “Alita” bisogna parlare anche di James Cameron, visto che era un progetto che accarezzava da diverso tempo, poi la produzione dei vari sequel di “Avatar”, lo distolse ed affidò il tutto a Rodriguez. Ed alla fine bisogna citare anche Guillermo Del Toro che ha fatto visionare l’O.A.V. (Original Anime Video) del 1993 di Alita a James Cameron convincendolo della validità del progetto. Anche del Toro ha origini messicane e con il mondo fantascientifico, ha avuto a che fare con “Pacific Rim”, mentre James Cameron ha semplicemente inventato il genere Cyberpunk che prima non esisteva. Monumentale la colonna sonora del primo “Terminator” di Brad Fiedel, che con tastiere e sintetizzatori ricrea l’incedere implacabile della macchina infernale che arranca tra lamiere e fiamme pur di strappare la vita alla futura madre speranza Sarah Connor. Di Cameron è anche “Terminator 2, il giorno del giudizio” con uno struggente finale (stavolta le musiche sono di James Horner) incorniciato dalla frase: “…se un robot, un Terminator, può capire il valore della vita umana, forse potremo capirlo anche noi”. Insomma il cinema Cyberpunk è dai tempi di “Blade Runner” ed “2001: Odissea nello Spazio”, sotto vari registi è riuscito a farci riflettere sui pericoli della modernità, ed ora che la realtà ha superato la fantascienza non abbiamo più scuse per affrontare con responsabilità il Futuro.
(a cura di Jean-Pierre Colella)