Laura Pausini candidata con il brano Io sì/Seen dall’Academy Awards agli Oscar 2021. Dopo quindici giorni dalla vittoria dei Golden Globes. Brano nato dalla collaborazione con la compositrice statunitense Diane Warren ( undici nomination agli Oscar) , Bonnie Greenberg e testo italiano scritto assieme a Niccolò Agliardi. Negli Usa già tra i venti brani piu’ suonati in radio, ecco che Laura ci racconta i suoi piani per la partecipazione alla Cerimonia.
“Ciao a tutti, applausi a voi, io non so che cosa ha di particolare la mia vita, da quando ho vinto Sanremo 28 anni fa, mi chiedo continuamente perche’, però so che da quel giorno, dentro di me è nato il desiderio di non accontentarmi e di voler essere come un atleta, disciplinata, impegnata. Ho sempre cercato di fare il meglio che potevo, a volte ho sbagliato, ma quello che sento e che ho sentito quando ho vinto il Golden Globe e ieri con questa nomination sono cose talmente piu’ grandi di quelle che io ho sognato, ecco, a volte mi sento così piccola a queste cose così grandi che succedono, quindi è anche una sorta di sfida con me stessa, e mi chiedo sempre : Ma sei sicura che ti vuoi prendere questa responsabilita’? Però non riesco mai a dire di no. Perchè il premio in se’ è una gioia talmente grande che è anche mio dovere, nei confronti della mia vita, di questa vita che ho, di non arrendermi. Sai, i premi sono bellissimi, però significano anche qualcosa. Per me ogni volta che c’è una nomination o c’è il premio finale non significa essere arrivata ma significa ricominciare o cominciare qualcosa di nuovo che addirittura non conosco e ogni tanto mi spaventa perchè non so se sono in grado, nessuno di noi lo è. In fondo io sono una donna oggiche ha molte cose di quella ragazzina che è andata a Sanremo a diciotto anni, ho imparato tanto ovviamente in questi 28 anni che sono passati, ma la stessa ansia, le stesse paure, anche lo stesso modo di gioire, è veramente uguale ad allora, però le cose diventano sempre piu’ importanti, piu’ grandi, per questo mi sento piccola, mi dico ma son capace di meritarmi questa cosa, di fare questo mestiere in questo modo? Perchè il principio di cantare è sempre uguale, uguale a quando facevo pianobar, ancora non ero neanche a Sanremo, però attorno ci sono tante cose che non mi immaginavo, mi sono dovuta adattare ai cambiamenti che negli anni mi hanno spesso spaventata. E mi sono resa conto che ogni volta che mi spavento invece di tirarmi indietro io mi butto, voglio viverla ‘sta sfida. Senno è finita. E la paura che tutto finisca, non la voce, la canzone, ma tutto quello che è un traguardo, è la cosa che mi spaventa di piu’. Per esempio mi chiedo ma adesso cosa c’è dopo gli Oscar? Forse era quello che pensavo all’inizio : c’è il pianobar. C’è la mia mansarda dove sono nata e i vicini di casa ogni tanto suonavano per dire di abbassare il volume. Come principio ci deve essere sempre questo”.
Questo traguardo, anche se ti senti piccola, se ti sentivi piccola anche per Sanremo, che paragone di livello ha?
“Io mi sento piu’ piccola a Sanremo ancora. Ognuno lo vive diciamo alla sua maniera. A me invece di farmi sentire figa questa cosa, mi fa venire piu’ ansia, avere nomination importanti perchè poi la gente si aspetta di piu’ e io mi aspetto di piu’ da me. Quindi quella sfida con me stessa è l’entusiasmo ma anche il mio piccolo dramma con me stessa, come si fa a fare di piu’ ? Per esempio quando vado all’estero la cosa che mi dà piu’ forza è che un giornalista finlandese o brasiliano dicono la stessa cosa sulla mia voce. Io sono nata così.I primi anni non capivo perchè succedesse tutto a me. Questo per me è il piu’ grande orgoglio. Tutti questi traguardi mi hanno dato la voglia di spingere sull’acceleratore interno. “
E se succede cosa succede? Tu sei abituata alle star e stare in mezzo alle star, allora è vero ciò che racconti, ma visto ciò che hai fatto negli USA e In Sud America tu arrivi in Nomination conosciuta.
Beh certo sarei ingenua a non riconoscere che da anni ho dovuto farlo diventare normale questo. Io ancora oggi quando mi chiama Pippo Baudo ho un po’ d’ansia. E’ una cosa che a noi italiani può sembrare assurda ma sono piu’ tranquilla se parlo con Beyoncé. Le star alla fine sono persone che hanno un talento, è questo che le rende ai miei occhi persone speciali, ma i primi dieci anni continuavo a vivere con un po’ d’agitazione, e continuano ad essere quelle italiane che mi fanno agitare. Anche stare sui cartelloni, ti dà l’idea che se ho quello devo comunque dimostrare qualcosa. Anni fa non riuscivo a viverlo bene, oggi in questo momento di pandemia, la prima cosa che mi sono detta è stato perchè io? E la risposta non è molto semplice. E se dovessi vincere, ovviamente ci sto pensando da quando siamo entrati nella quindicina dei nomi, e ho pensato vuoi vedere che è finita… Se vinco non c’è un altro premio bisogna che ce lo inventiamo noi. Alcuni compagni di scuola mi hanno detto ti mancano solo le olimpiadi, ma non mi sento una sportiva. E’ tutto cosi grande in un momento in cui siamo chiusi in casa, come la vivo questa contraddizione?
Ti ha chiamato la Lauren, ti ha chiamato Edoardo?
Si, ci siamo già sentiti. Appena dici il suo nome mi sento piena di riconoscenza, perchè mi ha scelto lei. Sapendo che la canzone era il proseguimento del suo messaggio, quindi tiene particolarmente a ciò che arriva, è davvero emozionante per me sentirla che mi fa i complimenti.
Una cosa che riguarda il testo, ci sono dei versi che si sposano perfettamente a ciò che stiamo vivendo in questo momento. Quanto credi che questo possa aver aiutato alla nomination , essendo un manifesto di questo periodo?
La canzone è nata in inglese, quindi il testo è stato commissionato, e quando l’ho sentita io l’ho sentita in inglese, ma quando l’ho cantata e l’ho provata sulle immagini Edoardo mi ha detto non sono esattamente convinto prova a farmi qualche frase in italiano. Alchè é diventata tutta in italiano e siamo stati dietro a questo testo per quasi un mese senza poter cambiare la metrica inglese, Nicolò ha fatto un grande lavoro. Ci tenevamo tantissimo che avessero lo stesso significato. Purtroppo eravamo già in pandemia, ci sono frasi che oggi se le canto mi commuovono. Chi ha capito come potersi sentire protetto anche se non ha una famiglia è la dove dobbiamo cercare.
Tu hai detto perchè succede tutto a te e ne senti la responsabilità e poi ci racconti la costruzione di questa immagine internazionale?
“Tutto quello che ho costruito non mi ha mai portato nessun premio. Ho fatto tante interviste, a volte leggo chissà che team che ha dietro, ci sono delle regole ma quando fai delle cose spontanee è la cosa migliore, mi impunto per avere piu’ interviste possibile nei Paesi e so cosa significa darsi da fare e rimboccarsi le maniche. Per dieci anni ho detto son fortunata ma non regge la fortuna, io ho paura di sentirmi speciale, ma me ne devo rendere conto. Solo voi italiani mi avete visto veramente come ero, A Sanremo, io mi sento orgogliosa di essere italiana ( Laura si commuove e con lei i giornalisti ) . Io vorrei fare tutto perfetto per voi. “
In attesa di tornare presto a sentirti live nei concerti… Io ho visto le storie di Instagram di oggi c’è una dedica speciale al tuo babbo, e se non sbaglio anche la tua nonna, quanto contano le tue radici e se c’è stato un messaggio che ti ha particolarmente colpito in queste ore?
Normalmente io non mi preparo dei discorsi quando sono nominata per l’eventuale vittoria. Non me li sono mai scritti. Ieri sera ho pensato, quando sapevamo che eravamo nei quindici candidati, se sarò nei cinque, devo prepararmi un discorso. Mi viene da dire: è l’ultimo discorso. Cioè quello piu’ importante di tutti. E allora il piu’ importante di tutti io lo voglio fare al mio babbo. Siccome non ho resistito l’ho già fatto, quindi questa nomination la dedico al mio babbo. Io ho cominciato con lui a casa quando ero piccola, E’ un musicista, è un cantante, ha lavorato nelle orchestre romagnole, anche con Raoul Casadei, che è nei nostri pensieri. Quando io ero adolescente ha deciso di fare pianobar, una cosa che all’epoca era nuova, io vedevo che studiava, il repertorio era tutto quello che voleva cantare ma anche quello che il pubblico chiedeva. Provava Aznavour, provava di tutto. Mi spiegava perchè le canzoni sono importanti per la vita delle persone. Lui era convinto che prima o poi gli chiedessi di cantare. Ed io a 8 anni gli ho detto che volevo il microfono. E insieme abbiamo cominciato qualcosa di unico. Lui mi ha sempre detto che i miei sogni eran troppo piccoli, Io non ho mai sognato neanche di andare a Sanremo. L’Oscar era una cosa impossibile. Io nella mia vita volevo cantare. Volevo fare pianobar, è la stessa cosa. Io mi ricordo la gente che mangiava erano 100 persone, e le 70.000 di San Siro ma il mio principio è sempre la musica.