La musica a tempo indeterminato
Noto per essere la figura centrale della Rino Gaetano Band, sentito omaggio al cantante di “Il cielo è sempre più blu”, edificato con Anna la sorella di Rino, Marco Graziosi torna con questo secondo album solista, quasi venti anni dopo l’esordio “Bar collando”.
Il tempo di mezzo è stato ben speso, con numerose esperienze, progetti artistici, concerti, festival e persino la partecipazione allo sceneggiato televisivo di Rai1 “Rino Gaetano”, dove ha interpretato il ruolo del chitarrista della band del grande artista crotonese.
Dopo alcuni attenti ascolti delle dodici tracce che alimentano questo album, la vera grande vittoria è lo spessore stilistico: Marco si aliena da derive imitative dell’artista che tributa, trovando una sua collocazione ben chiara.
Quindi nessun giochino di mero plagio, ma la propria personalità che emerge, un’individualità che profuma di vero cantautore, chitarre acustiche che di tato in tanto si tingono di elettricità, è una voce disciplinata, che si concede qualche curva pericolosa, dove esibisce un timbro roco che piace.
La canzone che fotografa al meglio Marco Graziosi è “L’amore a tempo determinato”, una ballata ironica, ma dal tocco amaro, che l’autore spiega così: “Ho sentito l’esigenza di trattare questo argomento perché, l’amore ormai è sempre più un sentimento precario, nella quotidianità, sui volti della politica, persino nel mondo della canzone”.
Ma l’amore trova forma anche nell’iniziale “Eri mia”, nella malinconia struggente di come “Come una sposa” e nella splendida “Di ritorno dal tuo odore”, ovvero come raccontare l’intimità di un sentimento con leggerezza e profondità. In un contesto generale che tende alla ballata, emergono il coro pirotecnico di “Anche se io dormo”, la zingaresca “T’amo tanto”, forse l’unico pezzo che rievoca la leggerezza sbandata di Rino Gaetano, e l’energia di “Divino”, “Lascivo” e la ritmata “Dove hai messo Cappuccetto Rosso”, che esibiscono l’anima rock dell’autore.
“Soltanto fino a ieri” è un pop che incanta, mentre la chiusura di “A cantarti ci provo” è una corsa senza fiato di sei minuti, tra indovinate rime e strofe, che dimostra anche l’importanza della parte strumentale dell’ossatura della musica di Graziosi.
Registrato agli NGR Studio di Roma da Francesco De Nigris (chitarrista di Max Gazzè), che con Gianluca Misiti (tastierista di Daniele Silvestri e autore di colonne sonore), ne ha curato la produzione, “Marco Graziosi” è un album che rivaluta la figura del cantautore, capace di utilizzare un linguaggio ricco di intuizioni, che si muove agile tra pop e innovazione.