Addio al dj Claudio Coccoluto. Il re del clubbing, conosciuto in tutto il mondo, è scomparso a 59 anni nella sua abitazione di Cassino dopo aver combattuto a lungo con un grave male. Dopo i suoi esordi nel negozio di elettrodomestici di famiglia a Gaeta, Coccoluto iniziò partendo dalle radio locali per arrivare a conquistare i i principali locali d’Italia, d’Europa e del resto del mondo. Basti ricordare che è stato il primo artista europeo a esibirsi al Sound Factory Bar di New York.
È stato in nomination ai “DJ Awards”, premi internazionali per i migliori disc jockey, a Ibiza. Coccoluto venne selezionato nella categoria “House-Garage” insieme illustri colleghi come Frankie Knuckles, Roger Sanchez e Fatboy Slim. Fondatore del Goa a Roma, insieme a Giancarlino, per anni si era battuto per il movimento del clubbing italiano. In occasione della presentazione del film “Io non ci casco”, dove compariva nei panni di se stesso, Coccoluto espresso parere negativo per “gli spot del Governo contro le stragi del sabato sera o l’eccessivo consumo di alcool o droga da parte dei giovani” perché “hanno secondo me l’effetto contrario, per il tono troppo paternalistico che usano. Ormai la frase stragi del sabato sera viene usata come uno slogan, lo stesso si è fatto per la parola “trasgressione” negli anni ’90 quando si sono prodotti i veri danni. Il Governo di allora doveva attivarsi veramente per bloccare la diffusione degli acidi”.
Alle elezioni politiche del 2006 decise di sostenere il progetto della Rosa nel Pugno, nato dall’alleanza tra i Radicali di Marco Pannella ed Emma Bonino e lo SDI (Socialisti Democratici Italiani) di Boselli. Decise di sostenere i radical socialisti, non in lista ma alla “consolle”, ovvero mettendo dischi su “sottopiatti” con il simbolo della “Rosa nel pugno”. “Ho scoperto”, raccontò il dj nel corso di una conferenza stampa con Marco Pannella ed Emma Bonino, “che posso fare molto di più per la “Rosa nel pugno” da esterno che non dà candidato, una cosa che mi ha sorpreso, sia come cittadino che come artista. Quando ho sottoscritto la candidatura, a patto di non elezione, non ero preparato ad affrontare tutti codicilli che regolano la mia attività”. Alla notizia che il suo nome era nelle liste della “Rosa”, l’ufficio legale della radio per la quale lavorava sospese “cautelativamente” la sua trasmissione. Per questo preferì evitare la candidatura e avventurarsi in una campagna elettorale dalla consolle (“il luogo liturgico, il centro della discoteca”) per fare sapere a quanti “per chi vive di giorno”, abitano il mondo “nero, fumoso dei club nei quali si balla” che c’era qualcuno che aveva in mente le esigenze dei ragazzi.