Cristian Grassilli in questi giorni presenta il suo nuovo album intitolato “Presente”. Un album interessante e piacevole allo stesso tempo. “Presente” è un album impregnato di sonorità anni settanta molto delicato e raffinato. Raffinata non solo la musica, ma anche i testi che parlano del rapporto dell’uomo con il tempo. Poi c’è da aggiungere che Cristian è uno psicoterapeuta e ciò aggiunge quel “quid” in più nell’elaborazione dei testi. Ed ora diamo la parola a Cristian…
Chi è “Presente”? “Presente” è il mio terzo cd solista, uscito il 15 gennaio 2021. Si tratta di un album che intende raccontare un viaggio che va da una rottura a una riparazione con se stessi. Non è un caso infatti che la prima canzone del disco sia “Grazie fin qui” e parli della fine di una relazione e si chiuda con “Riparare”, che parla della possibilità di ricucire le proprie ferite, di rimettere insieme i pezzi della propria storia, come simbolicamente fa l’arte del kintsugi, una pratica giapponese che consiste nel riparare oggetti rotti con materiali preziosi. Nella canzone la “riparazione” si presenta come un delicato simbolismo volto ad abbracciare il danno, senza vergognarsi delle ferite di ciascuno di noi, ricordando che sono proprio quelle “crepe” che costituiscono l’unicità della propria trama da raccontare, con la propria bellezza, fiduciosa nel sapersi rivedere con nuovi occhi e perdonandosi per ciò che non è andato.”
Perché hai scelto come titolo “Presente”? “Presente è il titolo della seconda canzone del cd: vuole essere un invito, un incoraggiamento a stare consapevolmente nel momento presente, senza giudizio e con un senso di accoglienza e di gentilezza verso se stessi, riconoscendo i propri sentimenti, ricordando di “Dare il cuore a ciò che conta” come il titolo di un libro che mi ha ispirato nella sua composizione. Credo che questo titolo rappresenti bene uno dei concetti cardine del disco, ossia il rapporto dell’uomo con il tempo, fatto talvolta di illusioni future e di rimorsi passati, e sottolinei al “tempo” stesso l’importanza, appunto, del momento presente.”
C’è relazione fra l’elefante in copertina e il contenuto dei brani? “L’immagine dell’elefante è tratta da un verso della canzone “Leggerezza” che fa “…leggero come un elefante su un tappeto volante…”. Complice la rilettura di “Lezioni americane” dell’immenso I. Calvino, ho voluto dedicare all’importanza della leggerezza questa canzone, che nasce come un’ode a questo sinonimo di essenzialità e semplicità, come ritrovata capacità stare in relazione con la vita. Ho scelto poi di metterla in copertina perché l’elefante, animale dotato di grande memoria, è un simbolo della capacità di portare con sè il ricordo della propria storia sulle spalle, senza esserne schiacciato
Dal punto di vista musicale i tuoi brani hanno un sentire anni settanta….sbaglio? “Mi fa piacere che susciti questa impressione, questo “sentire”, anche perché ricercare una sonorità calda e viva, fatta di strumenti acustici e poca elettronica è stato l’obiettivo che insieme all’arrangiatore abbiamo condiviso fin dalle prime fasi della pre-produzione. Il tocco finale, e fondamentale, lo hanno poi dato i musicisti, gli studi in cui abbiamo registrato oltre, ovviamente, la figura che ha “scolpito” il suono, il bravissimo fonico Dario Casillo che ha curato tutte le fasi del disco dalle registrazioni, al mixaggio e al master. Gli sono molto grato.”
La musica è semplice, ariosa e molto distensiva… “sono contento che arrivi anche questa sensazione a chi come te ha ascoltato i brani: ho cercato di dare uno spazio alle parole tale che non prevaricassero sulla musica e viceversa. Questo gioco di equilibri, di rimandi e dialoghi tra testi, melodie, armonie e arrangiamenti penso sia principalmente il frutto di un gioco di squadra con tutti coloro che hanno lavorato al disco, di un dialogo tra diverse anime sonore e persone che ha permesso di rendere i brani semplici ed immediati.”
Il piano mi pare che giochi un ruolo importante, come mai? “Generalmente compongo con il piano o la chitarra e in questo disco circa la metà dei brani sono stati scritti al pianoforte. A differenza però degli altri due dischi, in questo ho voluto creare un suono più acustico e, invece di usare la tastiera con il suono midi di piano, ho arrangiato le mie parti al pianoforte. La pandemia è stata per me un’occasione per dedicare tempo ed esercizio alla scrittura degli arrangiamenti del piano, successivamente integrati con le parti degli altri strumentisti, guidati dall’arrangiatore del disco, il bravissimo Lorenzo Mantovani.”
Il fatto di essere uno psicoterapeuta ha influenzato il tuo modo di scrivere i testi dei brani? “Esercitare la professione di psicoterapeuta, che amo al pari della musica, mi offre la possibilità di lavorare con e per le persone, osservando il loro punto di vista sul mondo, quello che hanno su se stessi, sulle loro credenze e sulle modalità di regolare le loro emozioni. Non so se i testi sentano l’influenza di questa professione, o se in qualche modo siano un po’ una fotografia di alcune tematiche che in questi ultimi anni mi sono state personalmente molto a cuore e che ho voluto mettere più a fuoco.”
Quale brano di “Presente” rappresenta al meglio Cristian Grassilli? “I brani in cui mi riconosco particolarmente in questi disco sono due: “Presente” e “Leggerezza”: sono due canzoni musicalmente molto diverse ma entrambe esprimono il mio divertimento giocoso nel creare melodie e il piacere nel fare confluire immagini di temi a me cari nei testi che scrivo.”
I temi affrontati parlano della vita di tutti i giorni, o sbaglio? “I temi parlano del rapporto dell’uomo con il tempo, della gratitudine, dell’amicizia e della capacità di perdonarsi.”
Chi è Cristian Grassilli? “Cristian Grassilli è un cantautore che si è avvicinato alla musica fin da piccolo, senza smettere mai di portarla nella professioni in ambito psicologico che svolge: è psicoterapeuta e musicoterapeuta, conduce da anni gruppi di songwriting con pazienti; ha fondato insieme a Gaspare Palmieri (amico cantautore e psichiatra di Modena) il progetto Psicantria (www.psicantria.it), con il quale canta brani di loro composizione legati al tema della salute mentale, con finalità psicoeducative e anti stigma; ama scrivere canzoni e vedere come queste brevi – ma immediate – forme artistiche siano in grado di smuovere pensieri, emozioni, e creino relazioni tra le persone insieme all’opportunità, per chiunque, di sentirsi meno soli quando si è in loro compagnia.”
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