Quam multi sumus? Libertas pretium non habet! L’elettronica alla base di queste due frasi in latino, perchè non importa la lingua che si usa, ma quello che si vuole comunicare. Sottolinea il nostro Giancarlo Passarella .. L’aspetto cacofonico delle nostre parole (sia da sole, ma anche inserite in un contesto) ha un valore fortemente comunicativo. Diventa perciò interessante il lavoro fatto da Paolo Fattorini, a tratti vicino a quello di alcune opere rock, come lo Stabat Mater di Franco Simone, con Gianluca Paganelli e Michele Cortese ..
Interessante il videclip di Sustine Impetum, dove con Paolo Fattorini hanno collaborato Andrea Corvo e Fabio Seri.
Sustine Impetum (ovvero resisti all’attacco) è il singolo che anticipa l’uscita dell’Ep a Marzo, che prende il titolo da questo brano. Le scelte che hanno caratterizzato l’artista sono confermate ed accentuate: l’utilizzo della lingua latina per evocare sacralità e recupero delle radici ed il basso acustico, suonato ad accordi, come strumento pilastro delle sonorità scure e minimali che fanno di Fattorini un compositore internazionale ed unico. Un’esortazione a sconnettersi da un comodo ma sempre più pericoloso utilizzo del cellulare ed un celato invito al tornare ad utilizzare telefoni senza dati, come manifestazione, non solamente simbolica ma anche pratica, di emancipazione rispetto ad un genitore che stringe sempre di più le sue braccia intorno al figlio fino a soffocarlo, ma che all’apparenza sembra fare un gesto benevolo e amorevole. Questa composizione è un coro di bambini che gridano ai grandi di sconnettersi, perché, inconsciamente sentono di essere l’ultima generazione libera della storia.
Il videoclip è collegato ai precedenti video del docufilm dentro il sito ufficiale di Paolo Fattorini! Il protagonista è un uomo ibrido, frutto della Quarta Rivoluzione Industriale, che si aggira, con un monitor al posto della testa, in una città deserta e che nel buio di un garage suona i suoi strumenti per liberarsi da un razionale che inchioda a questa realtà digitale. Il suo inconscio rappresentato da un personaggio dall’incarnato biancastro e dai lunghi capelli chiari, lo aiuterà a liberarsi dal monitor/testa. Sul finale un frame dei videoclip precedenti rimandano al concetto che secondo Fattorini è sano immergersi nel proprio inconscio come se si fosse dei sub, per portare alla luce in superficie, ciò che ci guida nelle scelte di ogni giorno.