Chick Corea, leggendario tastierista e pianista della musica jazz e fusion, è morto a 79 anni. La scomparsa è avvenuta lo scorso 9 febbraio, ma la notizia è stata diffusa solo da poche ore. L’artista era malato di cancro.
Anthony Armando “Chick” Corea era nato l’11 giugno del 1942 a Chelsea (Massachusetts). Influenzato dal padre Armando, l’artista ha iniziato a studiare pianoforte all’età di 4 anni. Chick Corea è cresciuto ascoltando Beethoven, Chopin, Bach e Mozart, ma anche Charlie Parker, Bud Powell, Lester Young e Horace Silver. La sua carriera ha preso il via accanto a Stan Getz, Blue Mitchell, Sarah Vaughan e Gary Burton. Nel fatidico 1968 si è unito alla band di Miles Davis, suonando il piano elettrico nell’album “In A Silent Way” e nelle session di “Bitches Brew”. Poco dopo registra in trio con Miroslav Vitous e Roy Haynes “Now He Sings, Now He Sobs”. Dalla fine degli anni ‘70, Corea ha svolto tour e ha registrato in diverse modalità, dai quintetti fusion ai quartetti e trii jazz, fino ai duetti classici, oltre che da solista. Nel 1985 ha formato la Elektric Band, che comprendeva Jòhn Patitucci al basso e Dave Weckl alla batteria. Con questa formazione ha inciso per la GRP Records, “Chick Corea Elektric Band” (1985), “Light Years” (1987) ed “Eye Of The Beholder” (1988). Nel 1989 il gruppo diventa acustico con l’album “Chick Corea Akoustic Band”. Da allora, le due versioni si sono sempre alternate, sia in tour che in registrazioni, e restano, assieme al piano solo e al duo “cameristico” con Gary Burton, il suo contesto espressivo privilegiato.
Molto interessante anche le sue performance piano solo, che sono state un po’ un ponte tra passato, presente e futuro in quanto il piano è lo strumento di unione di tutte le tappe della sua trentennale carriera: dall’ amore per Beethoven e Mozart a quello per il bop di Charlie Parker, agli approcci con la musica latina, fino alla creazione di un suo stile, e l’approccio alla fusion. La parentesi da solista non è stata mai una novità per Chick Corea che non ha mai smesso di “creare in proprio” anche tra le pause delle sue esperienze di gruppo, dai “Return To Forever” degli anni ’70 all’Elektric Band della seconda metà degli anni ’80. “I miei interessi variano con il passare degli anni”, aveva dichiarato l’artsita, “con enfasi diverse, secondo il periodo. Più suono in situazioni dissimili, più possibilità ho di scoprire ciò che posso fare. Piuttosto che pensare che è la mia musica a svilupparsi, preferisco crogiolarmi nel fervore di una cosa per alcuni minuti, poi lasciarla andare”. Corea ha recentemente inciso le opere di Domenico Scarlatti, Bill Evans, Frédéric Chopin e Thelonious Monk in “Plays” del 2020.