Attuale direttore artistico del Festival Bergamo Jazz, è stata per tre anni direttore della sezione jazz del Ravello Festival. Nell’album Tumulti la sua voce acquisisce ruoli diversi da quello ritmico e nel dialogo incessante con Patrice Heral si fa ritmo e paesaggio sonoro grazie all’adozione di forme provenienti da tradizioni e culture diverse, con le molteplici texture date al suo strumento dalle sovraincisioni dei live electronics. Guido Festinese l’ha definito .. Un capolavoro. Un salto senza rete nell’improvvisazione radicale .. Invece il nostro diretur Giancarlo Passarella sottolinea altri aspetti.. Maria Pia De Vito è una napoletana sanguigna ed è vero che con il suo lavoro riesce ad unire un interesse per la musica etnica e tradizionale mediterranea con la sperimentazione jazzistica. La sua discografia conta undici album e Tumulti venne pubblicato dal quotidiano Il Manifesto..
Con la sua appena nata etichetta discografica mpdvrecords, ripubblica il suo album Tumulti. Una proposta rivoluzionaria senza compromessi per la cantante e compositrice pluripremiata a livello internazionale, che si colloca al centro della sua sperimentazione vocale (espressione di messaggi, sensazioni, storie e memorie) che incontra, attraverso l’improvvisazione, la ricerca del magistrale percussionista e cantante francese Patrice Heral. Un dialogo a due “voci” che è divenuto una costante nel percorso artistico di Maria Pia De Vito (si pensi alle fortunate sinergie conRita Marcotulli, John Taylor, Huw Warren) che in questo disco trova ulteriore forma grazie alla presenza del violoncellista olandese Ernst Reijseger e del pianista austriaco Paul Urbanek, improvvisatori sia live sia in post-produzione e co-autori di alcuni brani.