Addio a Odoardo Veroli, storico produttore dei Nomadi e scopritore di Francesco Guccini. Il musicista, che aveva 78 anni, è venuto a mancare a Modena, città in cui era nato. A dare la notizia della scomparsa del produttore è stato il quotidiano “La Gazzetta di Modena”, che spiega che l’artista lascia una figlia e una compagna e che come ultime volontà ha chiesto di essere cremato. Dodo, così come era da tutti chiamato, è stato l’artefice di tanti successi del gruppo, a partire dal primo album “Per quando noi non ci saremo”, che conteneva brani come “Noi non ci saremo” e “Dio è morto”. Fu lui a scovare un giovane Francesco Guccini, cantautore agli esordi, ancora senza contratto discografico, che accettò di far incidere le sue composizioni ai Nomadi. Il fondatore e leader dei Nomadi, Beppe Carletti aveva detto di lui: “È stato il nostro Phil Spector”.
E’ stato produttore dei Nomadi dagli esordi fino al disco “Quando ci sarai”, terzo lavoro senza Augusto Daolio. Veroli viene ricordato come uno dei fautori del «Modena beat sound» degli anni ’60 e uno degli animatori di quella fucina di talenti che è stato il bar Grande Italia in largo Bologna. Da questo locale nacque un album. Si tratta del progetto “Grande Italia” concepita intorno al 1973/74 da Dodo Veroli e Pier Farri della Emi, entrambi frequentatori del bar Grande Italia, a Modena. L’intenzione era quella di riunire in un disco i musicisti più o meno noti che frequentavano l’omonimo locale, in quel periodo punto d’incontro di un’umanità varia affascinata dal fenomeno beat e dal movimento hippie, sia dal punto di vista musicale che da quello artistico letterario. Al disco avrebbe poi dovuto far seguito una serie di concerti. Il doppio LP uscì nella primavera del 1975. “Apprendo dalla stampa di Modena questa triste notizia”, ha commentato Rosanna Fantuzzi, compagna di Augusto Daolio, indimenticabile vocalist dei Nomadi, “Dodo una figura importante nella storia dei Nomadi, ha certamente contribuito con il suo stile ed il suo carattere deciso! Ciao …Gordon”.